Un corteo silenzioso ma pieno di rabbia contro tutti i femminicidi

Un corteo da via Paolo Fabbri fino in piazza Maggiore. Silenzioso, ma con una rabbia dentro che voleva esplodere. Si è svolta ieri sera in modo spontaneo una passeggiata del movimento femminista Non Una di Meno di Bologna per esprimere ancora una volta la rabbia di fronte all’ennesimo femminicidio. L’ultimo ad Alghero. Cinque donne uccise in due giorni, sei in una settimana, più il cadavere di una donna ritrovato dopo mesi e il fidanzato arrestato. Un orrore tanto da portare il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, a definirlo «emergenza nazionale». Di fronte a tutto ciò le femministe di Bologna si sono riprese le strade e le piazze, le stesse che dichiarano di occupare l’8 e il 9 marzo in tutto il mondo, «per ogni donna uccisa, stuprata, per ogni lavoratrice licenziata, per coloro a cui non è dato il diritto di decidere sul proprio corpo, per tutte coloro che si ribellano, lottano e si oppongono». 

Il corteo silenzioso tra le strade di Bologna, come dicevamo, è partito in modo spontaneo dopo un’assemblea durante la quale Non Una di Meno, e altre associazioni, hanno lanciato l’appello a partecipare alla giornata di lotta dell’8 marzo e lo sciopero femminista del 9 marzo. «Abbiamo chiuso quell’assemblea piene di rabbia, ma con la rinnovata promessa di una lotta, che portiamo avanti ogni giorno e che esploderà l’8 e il 9 marzo, con la gioia di chi ha la forza di opporsi. Non sono casi isolati, non si tratta di uomini presi da raptus o folli: queste donne sono state uccide perché donne, sono state uccise perché viste come oggetti di proprietà di un uomo, di un marito, un padre o un famigliare», dichiarano le femministe di Non Una di Meno. 
 

Condividi