La più sostenibile, CLAI di Imola è l’azienda dell’alimentare carni e salumi più “green” d’Italia

Lo dice uno studio condotto dall’Istituto tedesco Qualità e Finanza in collaborazione con l’Istituto per Management e Ricerca economica di Amburgo. L’azienda agroalimentare CLAI Salumi di Imola si piazza in prima posizione come azienda sostenibile nella categoria delle carni e dei salumi.

CLAI campione di sostenibilità. A segnalarlo è la ricerca pubblicata sull’ultimo numero di Affari & Finanza, l’inserto economico del giornale la Repubblica, che ha assegnato il primo posto all’azienda agroalimentare CLAI di Imola tra le “Green Stars 2021” (ovvero le più sostenibili) del nostro Paese nei diversi settori dell’economia. Tra le aziende dell’alimentare, CLAI di Imola è al primo posto in classifica nel settore degli alimentari carni e salumi, seguita da Levoni e Rovagnati. Lo studio, condotto dall’Istituto tedesco Qualità e Finanza in collaborazione con l’Istituto per Management e Ricerca economica di Amburgo, ha utilizzato il metodo del “social listening” seguendo oltre un milione di citazioni sul web di 2.000 imprese monitorate. Di queste, soltanto 200 sono state alla fine “premiate” dalle valutazioni online.  

Si tratta della più grande ricerca di questo tipo mai realizzata in Italia sulla sostenibilità. Le imprese considerate operano i settori centrali come: alimentari e bevande, automotive, meccanica ed elettronica, beni di consumo, commercio, finanza, materiali e materie prime, servizi e trasporti. L’azienda agroalimentare di Imola si piazza in prima posizione nel settore degli alimentari e delle bevande, nella categoria delle carni e dei salumi con un punteggio di sostenibilità pari a 100, il massimo raggiungibile. «Si tratta di una conferma che il nostro grande impegno nel campo della sostenibilità sta dando i suoi frutti. CLAI crede fortemente nel modello d’impresa sostenibile. Tra le diverse attività implementate da questo punto di vista, mi piace ricordare ad esempio il nostro impianto di biogas che trasforma scarti e sottoprodotti di lavorazione in energia e calore. Da anni CLAI si impegna per rendere meno impattante possibile la sua presenza sul territorio», sottolinea Giovanni Bettini, presidente CLAI. 

Impianto a biogas di CLAI 

Sono diverse le soluzioni implementate da CLAI per favorire un rapporto più sano con l’ambiente. A partire dal suo impianto di biogas costruito nel 2012 a fianco dello stabilimento di produzione di Sasso Morelli, nell’Imolese. In ossequio al principio dello “scarto-zero”, quest’impianto accoglie sottoprodotti delle varie lavorazioni, liquami degli allevamenti e parte degli scarti di macellazione. Tutto materiale che dovrebbe essere buttato perché ormai privo di valore. «A Sasso Morelli viene “mescolato” al mais per essere pastorizzato e poi subire un processo batterico di fermentazione, grazie al quale si genera gas che viene utilizzato per produrre energia elettrica», spiega il responsabile di stabilimento Rudy Magnani. Si tratta di un processo talmente efficiente che l’energia viene prodotta in eccesso rispetto alle esigenze dell’intero impianto.  

Oltre all’energia si genera anche calore che viene sfruttato all’interno del salumificio CLAI, nelle cui caldaie può scorrere in questo modo acqua preriscaldata. Il risparmio di metano è notevole, viene coperto circa l’80% del fabbisogno. Poi, dal processo di fermentazione rimane un ulteriore scarto di lavorazione, chiamato digestato, che CLAI valorizza ulteriormente utilizzandolo come fertilizzante per i propri campi.  

Fotovoltaico e cogenerazione 

Per risparmiare energia CLAI ha, inoltre, adottato da tempo anche l’uso di pannelli fotovoltaici, sistemati sui tetti degli impianti. Ma l’elemento nuovo che contribuisce a rafforzare l’impegno per l’ambiente è il nuovo impianto di cogenerazione, attivo da poco più di un mese e realizzato nella struttura CLAI di Faenza. Il suo funzionamento è semplice: viene bruciato gas per produrre energia elettrica e calore, capitalizzando al meglio le risorse a disposizione.  

«L’impianto è in fase di ottimizzazione del suo ciclo di funzionamento – spiega Massimiliano Ceroni, Responsabile dello stabilimento CLAI di Faenza –, ma è operativo già al 100% e consente di coprire una quota di fabbisogno energetico superiore al 65%». In ogni momento l’impianto “capisce” quanta energia è necessaria per lo svolgimento delle diverse attività e si autoregola di conseguenza. Grazie a questa tecnologia viene prodotto anche calore, ottenuto come “scarto di prodotto” dell’energia elettrica: in questo caso il processo permette di garantire una percentuale superiore al 75% del fabbisogno di acqua calda.  Per dare un’idea del beneficio che verrà garantito dall’utilizzo di questo impianto di cogenerazione, si consideri che la quantità di CO2 non immessa nell’ambiente sarà pari a quasi 18.000 kg all’anno (17.783, per la precisione). 

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