Rivolta carceri, a Bologna incendiate auto forze dell’ordine

Nella notte hanno incendiato due auto della polizia e una camionetta dei carabinieri, hanno ferito un agente della polizia penitenziaria colpendolo con un estintore. Poi questa mattina hanno occupato il secondo piano del carcere e dal terrazzo, lanciando oggetti all’esterno. Chiedono libertà, indulto e metadone. Ma la loro preoccupazione più grande sarebbe il Coronavirus: «Se qui dentro uno si ammala rischiamo di morire tutti». Sono le decine di detenuti che continuano la loro rivolta nel carcere Dozza di Bologna anche se, secondo alcune fonti, la situazione pare stia pian piano ricomponendosi. La polizia penitenziaria, Digos, carabinieri e polizia di Stato sorvegliano il viale di accesso alla struttura .«Per quanto la situazione in carcere risulti precaria, questa violenza è ingiustificabile, soprattutto a Bologna e Modena dove si stava facendo il possibile», ha detto il garante regionale dei detenuti, Marcello Marighelli. 

Le tensioni nelle carceri non riguarda solo Bologna, ma varie strutture penitenziarie italiane, tra cui quelle dell’Emilia-Romagna. A Modena la rivolta ha portato alla morte di 7 detenuti, mentre quasi tutti gli altri sono stati trasferiti in altre strutture e l’istituto penitenziario ha avuto danni molto significativi. Sempre a Modena, 4 detenuti sono in prognosi riservata. I feriti in totale sono 18: lesioni lievi anche per tre guardie e sette sanitari. La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata. 

Bisognerà anche approfondire le cause dei decessi: secondo le prime informazioni sarebbe dovuta al fatto che, durante la rivolta, si sono impadroniti dell’infermeria e hanno assunto un’overdose di farmaci. 

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