Covid, per i non vaccinati il rischio di finire in terapia intensiva è 10 volte maggiore

Nei vaccinati con ciclo completo l’incidenza di infezioni al Covid che comportano il ricovero in terapia intensiva si mantiene contenuta. Ciò non avviene per i non vaccinati.

Il rischio di infettarsi per i non vaccinati contro il Covid è 2,8 volte maggiore rispetto ai vaccinati, 4,5 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale e 10,9 volte maggiore di ricovero in terapia intensiva. Lo fa sapere l’Agenzia sanitaria e sociale della Emilia-Romagna che ha analizzato l’incidenza del Covid-19 e delle sue conseguenze sul territorio nelle settimane comprese dal 21 ottobre al 17 novembre. L’efficacia dei vaccini anti Covid continua, dunque, a risultare molto elevata. Nei vaccinati con ciclo completo l’incidenza di infezioni al Covid che comportano il ricovero in terapia intensiva si mantiene contenuta in tutto il periodo, mentre ciò non avviene per i non vaccinati, dove continua ad essere molto elevata.  

Nonostante una leggera riduzione della protezione con il passare dei mesi, al 15 novembre l’efficacia media del vaccino (rispetto al monitoraggio del 30 giugno) nel prevenire le infezioni è comunque pari al 76,9% e all’87,8% la copertura rispetto ai ricoveri. Ancora molto elevata la protezione nei confronti dei ricoveri in terapia intensiva (89,1%) e dei decessi (90,5%). 

Nelle settimane prese in esame si sono rilevati 123 decessi, 91 dei quali nella popolazione over 80. I restanti 32 si sono verificati nella classe di età 40-59 (3) e in quella 60-79 anni (29): l’incidenza di decesso in queste due ultime classi di età è 1,5 volte superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati. «I dati  confermano ancora una volta che il vaccino fa la differenza, e che le persone non vaccinate corrono rischi molto maggiori di contrarre l’infezione, di essere ricoverati, anche in terapia intensiva, e di morire – Fondamentale è vaccinarsi e procedere speditamente con la terza dose», ha detto l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. 

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