Mattia Santori e le sue piantine di marijuana, finalmente un politico di sinistra progressista

Il consigliere di Bologna Mattia Santori ha dichiarato di coltivare 3 piantine di marijuana. Un gesto coraggioso e progressista all’interno di una politica di sinistra che gioca a fare la progressista.

Progressista fino in fondo bisogna esserlo, non solamente cercare di farlo. A differenza di alcuni amministratori di sinistra, lo ha capito il consigliere comunale Pd con delega al Turismo e alle Politiche giovanili, e leader del movimento delle Sardine, Mattia Santori, finito nell’occhio del ciclone per aver dichiarato di coltivare in casa 3 piantine di marijuana. Lo ha fatto proprio nel momento in cui in Parlamento si sta portando al voto una legge antiproibizionista che prevede la coltivazione in casa di 4 piantine di canapa. Ma a Bologna, città che il sindaco, Matteo Lepore, chiama “più progressista” d’Italia, questa dichiarazione ha fatto scalpore non solo nell’ambiente bigotto di destra, ma persino anche un po’ in quello “progressista” del Partito democratico legatissimo, a Bologna, alla Chiesa cattolica. 

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore di certo non ha attaccato le dichiarazioni di Santori (anche perché gli ha portato molti e molti voti), ma non lo ha nemmeno difeso. Anzi. «Mattia finora ha lavorato bene – dice Lepore – Spero che non voglia sprecare tutto». Come se coltivare 3 piantine di marijuana potesse essere un motivo per escluderlo dalla politica.

Non basta partecipare al Pride per essere progressisti. Dichiararsi progressisti dovrebbe significare essere progressisti. In toto. Non farlo quando fa comodo. Mentre Santori, in questo caso, non ha avuto motivo di compiacere i più alti livelli della politica,  quella legata al volere di alcune tonache. Per il consigliere, coltivare 3 piantine in casa è contro il malaffare dello spaccio. Racconta di aver speso 460 euro tra lampade, growbox, ventole, terra, fertilizzanti e semi per far crescere tre piantine con zero guadagno per la criminalità e un guadagno, invece, per lo Stato. 

«La cannabis ha effetti terapeutici, rilassanti e psicotropi. Come tante altre sostanze legali. I consumatori di cannabis in Italia sono 6 milioni. Ma al momento chi come me tenta di scappare dal monopolio del mercato nero rischia fino a 6 anni di carcere, perché per l’art. 73 del testo unico sugli stupefacenti l’autocoltivazione domestica è paragonabile allo spaccio. Cioè non c’è differenza tra me e il boss bolognese Andrea Balboni che vive nelle case Acer e nelle intercettazioni dichiara beffardamente ‘dopo 20 anni di bella vita posso anche farmi qualche mese di carcere», scrive Santori.

Il consigliere comunale è stato, ovviamente, attaccato dal solito bigottismo della destra. Come  dalla Lega di Matteo Salvini. Il senatore leghista, Andrea Ostellari, ha dichiarato che «il consigliere del Pd di Bologna,  dimentica un dettaglio: non spetta a lui stabilire se la sostanza stupefacente che dice di possedere è per uso personale, ma a un giudice». Ok, ma un giudice ha stabilito che la Lega ha effettivamente rubato 49 milioni di euro dalle casse dello Stato italiano. Ma i leghisti sono sempre lì, su quelle poltrone.  

Poi c’è il deputato bolognese di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, quello noto per essersi vestito (si dice per scherzo) da generale delle SS naziste, che invoca, come chi non è figlio di “maria”, «le autorità competenti» a prendere provvedimenti. «Ritengo doveroso nel mio ruolo di parlamentare segnalare loro quanto dichiarato dalla sardina Mattia Santori». 

 

 

foto: da Facebook Mattia Santori

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