«Sono un’elettrice storica del centrosinistra e ho sempre sostenuto il Partito Democratico. Alle primarie del 2021 ho votato Matteo Lepore contro Isabella Conti, e l’ho sostenuto nuovamente alle elezioni comunali. Oggi, però, mi sento profondamente pentita della mia scelta. L’operato del sindaco Lepore non solo mi ha delusa, ma mi ha fatto dubitare della sua appartenenza ai valori del centrosinistra.
Uno dei punti più contestabili della sua amministrazione è stata l’introduzione del limite di velocità di 30 km/h in gran parte della città. Una decisione imposta, a mio avviso, senza un reale confronto con i cittadini e le categorie coinvolte. Il Comune sostiene che la misura abbia ridotto gli incidenti, ma se quasi nessuno rispetta il limite, come si può attribuire il merito alla nuova regolamentazione? Questo è un esempio, secondo me, di propaganda, più che di amministrazione efficace.
Un altro punto dolente è la gestione delle alluvioni che hanno colpito Bologna dal 2023 a oggi. Il caso del torrente Ravone è emblematico: dopo la prima esondazione in via Saffi, si è intervenuti con una soluzione poco efficace perché con le piogge successive il torrente ha rotto gli argini in un altro punto. E, come se non bastasse, ai cittadini è stato chiesto di contribuire economicamente ai danni subiti. Inaccettabile.
La sicurezza è un altro tema critico. Negli ultimi anni si sono moltiplicati episodi di criminalità, aggressioni e spaccio, in particolare nel centro storico, in zona stazione e in altre aree sensibili della città. Certo, la sicurezza è in parte competenza dello Stato, ma un sindaco ha strumenti per migliorare la situazione. Lepore, invece, sembra non voler affrontare il problema con la dovuta determinazione.
Sul fronte della mobilità, la situazione non è migliore. Il trasporto pubblico è inefficiente, con autobus spesso in ritardo e sovraffollati. Eppure, l’amministrazione comunale ha deciso di aumentare il costo dei biglietti e degli abbonamenti. Un sindaco di centrosinistra dovrebbe pensare alle fasce più deboli e incentivare l’uso del trasporto pubblico, non penalizzarlo ulteriormente.
A questo si aggiunge l’anarchia delle biciclette. Fino a qualche anno fa, i ciclisti che pedalavano sotto i portici o contromano rischiavano multe. Ora sembra che tutto sia permesso: biciclette ovunque, in totale assenza di regole. Un’amministrazione che favorisce l’uso della bicicletta non dovrebbe farlo a discapito di chi, per necessità, usa l’auto. Ma anche qui Lepore governa per ideologia, senza considerare la realtà quotidiana dei cittadini.
Infine, il progetto della linea ferrotranviaria ha trasformato Bologna in un enorme cantiere, con strade squarciate e disagi continui. La città è peggiorata sotto ogni punto di vista, e la giunta Lepore sembra voler proseguire senza ascoltare nessuno. Anche l’abbattimento degli alberi per fare spazio ai cantieri dimostra un’ipocrisia di fondo: si predica l’ecologismo, ma si agisce in modo opposto.
Da elettrice di sinistra, mi chiedo: dov’è finita la democrazia? Perché un sindaco che si definisce di centrosinistra governa senza ascoltare i cittadini? Per tutte queste ragioni, credo che Matteo Lepore dovrebbe dimettersi. Bologna merita un’amministrazione capace di coniugare progresso e partecipazione, non un governo ideologico e distante dai bisogni reali della città.
Cordiali saluti, una lettrice»