Manipolava il mercato, nei guai l’azienda bolognese di bioplastica Bio-On

Bolle di plastica. Così l’hanno chiamata l’operazione della Guardia di Finanza di Bologna che ieri ha portato a 3 misure cautelari per altrettanti esponenti della società di produzione di bioplastica bolognese e quotata in borsa Bio-On con l’accusa di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Arresto domiciliare per il presidente della società, Marco Astorri, mentre per il suo socio e vicepresidente del consiglio di amministrazione, Guy Cicognani, e Gianfranco Capodaglio, presidente del Collegio sindacale, sono scattate le misure di interdittiva e divieto di “esercitare ruoli direttivi di persone giuridica”. L’operazione ha portato anche al sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per 150 milioni di euro. 

L’inchiesta della Finanza di Bologna, che vede complessivamente indagate nove persone (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore), è nata dal monitoraggio svolto dalle fiamme gialle dell’andamento delle contrattazioni in Borsa relative ai principali titoli azionari di aziende operanti nell’area bolognese. Tale attività ha consentito, lo scorso mese di luglio, di rilevare e segnalare una forte anomalia nell’andamento del titolo della Bio-On dopo la  pubblicazione di un report da parte di un fondo americano, che ne metteva in discussione la veridicità dei dati contabili e la solidità finanziaria. Le successive attività di indagini hanno evidenziato numerose irregolarità in ordine alla formazione dei bilanci e all’informazione societaria riportata al Mercato, con particolare riferimento ai ricavi ed al livello di produzione dichiarati dalla società felsinea. 

Le fiamme gialle hanno rilevato come gran parte dei ricavi iscritti nei bilanci della società dal 2015 al 2018 fosse non veritiera, con riguardo alle tempistiche e modalità di effettiva realizzazione, mentre parte dei ricavi generati da cessioni di licenze nei confronti di due “joint venture” contabilizzate nel 2018, sarebbe frutto di operazioni fittizie. Inoltre, evidenzia il Giudice per le indagini preliminari (GIP), «le false informazioni di bilancio sono risultate strettamente funzionali ad accrescere la capitalizzazione» e, conseguentemente, rendere più appetibili sul Mercato le azioni della società. Infatti la strategia comunicativa utilizzata dal presidente della società, definita dal GIP «roboante, ammiccante ed ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi che sottaceva alcuni dati di fondo sviluppati dall’attività di indagine» è riuscita a creare nel mercato ingannevoli aspettative di forte crescita-espansione, influenzando significativamente l’andamento del titolo. Tale condotta ha consentito di raccogliere ingenti risorse finanziarie e generare indebiti vantaggi economici per i soci, anche a seguito della cessione di warrant collegati al titolo. 

Le attività di sequestro hanno avuto ad oggetto beni e risorse finanziarie degli indagati fino al raggiungimento dell’importo del profitto del reato, quantificato in 36 milioni di euro, nonché le azioni della società quotata nella disponibilità degli stessi, il cui valore ammonta a circa 115 milioni di euro. Contemporaneamente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni fra Emilia Romagna, Lombardia e Lazio.

«Il compito della politica adesso è quello di concentrare l’attenzione sulle implicazioni di questa vicenda sui lavoratori e sui risparmiatori che rischiano di entrare in una fase di incertezza. Attiveremo quanto prima in Città metropolitana, insieme alla Regione Emilia-Romagna, un Tavolo di salvaguardia per verificare la situazione, con l’obiettivo della tutela dei posti di lavoro», hanno commentato Fausto Tinti (Consigliere metropolitano con delega allo Sviluppo economico) e Palma Costi (assessore regionale alle Attività produttive). 

Sono preoccupati, invece, per i lavoratori dell’azienda finita nei guai le organizzazioni sindacali: «Come Uil Emilia Romagna la nostra prima preoccupazione è per i lavoratori di quell’azienda. Chiediamo la convocazione d’urgenza del tavolo di crisi della Città metropolitana per mettere in atto tutte le strategie a nostra disposizione a tutela dei lavoratori», ha dichiarato il segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani. 

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