“Watchmen”, la serie tv su odio e razzismo così attuale

Un mondo che somiglia terribilmente al nostro. Brutalità della polizia, movimenti di estrema destra e razzismo sono i temi principali della nuova serie televisiva di fantascienza Watchmen, cominciata ieri su Sky Atlantic. Nella serie, come nella nostra società, dove i gruppi di estrema destra sono in costante crescita, c’è un gruppo di suprematisti bianchi che si fa chiamare “Settima Cavalleria”. È, però, anche un’organizzazione terroristica che attacca le minoranze, ma anche le’ forze dell’ordine. I poliziotti vivono in incognito per paura di subire attentati. Sono costretti a mascherarsi e i loro metodi di indagine includono abusi psicologici e tortura. Una storia liberamente ispirata al famoso fumetto di Alan Moore (“V per Vendetta”, “From Hell”) per riflettere sulla confusione e sulle contraddizioni del nostro presente. 
 
La prima puntata si apre nel 1921 durante i disordini razziali di Tulsa (Oklahoma). L’accusa di stupro a carico di Dick Rowland, un lustrascarpe afroamericano, scatenò un brutale attacco dei bianchi contro la comunità nera che durò per due giorni causando decine di morti. Questo evento è considerato, nella storia statunitense, uno dei più gravi attacchi verso la minoranza afroamericana. La storia di Watchmen comincia attraverso gli occhi di un bambino nero che riesce a fuggire da Tulsa grazie al sacrificio dei suoi genitori. Ritornato al presente è un uomo anziano che dà informazioni importanti alla protagonista. 
 
Il personaggio principale è Angela Abar (interpretata da Regina King, premio Oscar nel 2019 come miglior attrice non protagonista per “Se la strada potesse parlare”). Anni fa era una vigilante mascherata, ma dopo un attacco della “Cavalleria” si è ritirata per gestire una pasticceria e vivere in tranquillità con la famiglia. Quando un poliziotto nero viene ucciso da un suprematista bianco, organizzazione che si sta riformando in una sorta di setta, Angela riprende il suo ruolo in costume. I suoi metodi sono poco ortodossi: nei confronti dei terroristi non esita ad usare la violenza e la tortura. Il corpo di polizia è unito, in modo quasi tribale, da un motto latino ripetuto come un mantra: “Quis custodiet ipsos custodes?” (“Chi sorveglierà i sorveglianti?”). 
 
Ambientata in un presente che pare assurdo, in cui Robert Redford è il presidente degli Stati Uniti e Richard Nixon non solo non si è mai dimesso, ma la sua faccia è scolpita sul monte Rushmore, Watchmen ha, in realtà, una grande attenzione verso il nostro presente. Difficile non pensare all’episodio di Charlottesville del 12 agosto 2017, in cui una manifestazione neofascista si è conclusa con l’uccisione di Heather Heyer, una ragazza che protestava pacificamente contro il corteo. Ma è una storia che può risuonare anche da noi. Basti ricordare l’attentato di Macerata del 3 febbraio 2018, in cui il neonazista Luca Traini ha sparato contro i migranti e la sede del Partito Democratico. Oppure le numerose aggressioni da parte di esponenti vicini a Forza Nuova, come quella ai danni dei giornalisti dell’Espresso che ha portato all’arresto di Giuliano Castellino, leader romano del movimento neofascista. 
 
Watchmen” è tratta dall’omonimo fumetto di Alan Moore, autore anche di “The Killing Joke”, opera su cui si basa anche il recente “Joker” con Joaquin Phoenix. Nel cast anche Jeremy Irons (“La casa degli spiriti”, “Io ballo da sola”) e Don Johnson (“Miami Vice”). La colonna sonora è curata da Trent Reznor dei Nine Inch Nails. 
Il primo episodio è disponibile da ieri su Sky Atlantic in versione sottotitolata. La puntata doppiata in italiano andrà in onda lunedì 28 ottobre. 

di Davide Giorgi

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