Venerdì scioperano gli infermieri, quelli che furono “eroi”

Fra le ragioni principali della protesta le condizioni di lavoro inaccettabili: spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti.

Venerdì 28 gennaio 2022 anche a Bologna gli infermieri incroceranno le braccia in occasione dello sciopero del comparto sanitario indetto dal sindacato del Nursind «perchè crediamo che valorizzare la nostra professione sia nell’interesse dei cittadini e che migliorarne le condizioni di lavoro migliorerebbe l’assistenza di tutti», fa sapere Antonella Rodigliano, segretaria del sindacato degli infermieri che ha indetto lo sciopero. 

Fra le ragioni principali della protesta, dopo due anni di emergenza sanitaria, i tempi lunghi di chiusura del nuovo contratto collettivo nazionale ed il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022, che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica dal rinnovo contrattuale. Nello specifico, i rappresentanti del Nursind annunciano la mobilitazione dell’ultimo venerdì di gennaio attraverso alcuni punti importanti, a partire dal fatto che il governo Draghi non avrebbe dato alcun segnale di vicinanza agli operatori (non solo infermieri, ma anche ostetriche, OSS e professionisti sanitari), erogando già da questo mese le risorse stanziate a dicembre 2020. «Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e sociosanitario ancora nulla -spiega ancora il sindacato-. Siamo i più esposti, garantiamo l’assistenza nelle 24 ore e siamo trattati come figli di un dio minore». 

Non solo. Le condizioni di lavoro sono diventate, per il Nursind, inaccettabili: spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio, i più colpiti dalla pandemia, i primi per i quali è stato deciso l’obbligo della vaccinazione per lavorare. «Non siamo eroi, siamo professionisti e rispondiamo direttamente per ciò che facciamo o non facciamo -continua la nota del sindacato Nursind-, ma nulla ci è riconosciuto rispetto a chi non ha le nostre stesse responsabilità e le nostre stesse angosce. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese». 

«Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già stanno vivendo. Però vogliamo che tutti sappiano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, ma evidentemente non per il nostro Governo e le nostre Regioni», commenta infine Antonella Rodigliano. 

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