Per diminuire gli incidenti stradali, e quindi morti e feriti, un’amministrazione comunale potrebbe migliorare le piste ciclabili, ad esempio (a Bologna nel 2023 un morto è avvenuto su una ciclabile). Potrebbe educare i ciclisti a non invadere le corsie dedicate alle auto. Potrebbe, tramite i vigili (ora polizia locale), controllare che i fattorini in bicicletta non vadano contro mano (come molto spesso avviene). Potrebbe sistemare, come si faceva una volta o come avviene a San Marino, più “vigili” a regolare gli attraversamenti pedonali.

E ancora. Potrebbe migliorare il sistema di trasporto pubblico (i disagi e i ritardi degli autobus sono aumentati). Potrebbe riorganizzare il sistema delle biciclette in condivisione. Insomma, potrebbe fare tante cose. Probabilmente il Comune di Bologna, guidato dal sindaco Matteo Lepore, sta provando a fare alcune di queste cose. Ma se ha scelto la via più facile, quella di imporre un limite di velocità a 30 km/h su quasi tutte le strade riversando la responsabilità della sicurezza stradale sulle migliaia di bolognesi che adoperano l’auto, potrebbe significare che qualcosa in Comune non stia funzionando.

O comunque e soprattutto, l’amministrazione avrebbe potuto aspettare la costruzione del tram in modo da dare un’alternativa in più per evitare incidenti stradali. Ma Lepore sembra proprio che abbia avuto fretta di voler far somigliare Bologna ad altre città europee. Molte di queste, che usano il limite dei 30 km/h, hanno, però, un sistema efficiente di trasporto pubblico, come metro o tram o piste ciclabili più affidabili. 

Proprio questa mattina, una ragazza in sella alla sua bici stava percorrendo la ciclabile in via Murri, ma ha dovuto inchiodare perché un autobus le ha tagliato la strada in quanto proprio la pista ciclabile è sulla fermata del mezzo pubblico. Per poco un’auto che arrivava da dietro non ha colpito la ciclista. 

Ieri, invece, una signora è salita sulla linea 13 dell’autobus e ha chiesto al conducente: «Ma perché gli autobus sono tutti in ritardo?». L’autista ha risposto con testuali parole: «Lo chieda al sindaco che va in bicicletta». In effetti, la questione del limite del 30 km/h non tocca chi, per sua fortuna, non deve utilizzare l’autobus per andare al lavoro. Chi usa il trasporto pubblico lotta ogni giorno con ritardi e bus super affollati, proprio perché in ritardo. Ma molti cittadini, non ascoltati, non hanno la possibilità di spostarsi, come spesso fa lo stesso sindaco, con mezzi più “chic”.

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