Il Comitato dei Garanti del Comune di Bologna ha dichiarato ammissibile il referendum sulla “Città 30”, ovvero sull’imposizione dell’amministrazione per estendere il limite di velocità di 30 km/h sulla maggior parte delle strade. L’obiettivo principale del provvedimento, secondo il Comune, è ridurre il numero di incidenti e vittime della strada. Ma adesso potranno dirlo i cittadini. Per portare avanti l’iniziativa, il comitato promotore del referendum, per capire una volta per tutte se ai bolognesi piace o non piace il limite dei 30 km/h su quasi tutte le strade di Bologna, dovrà ora raccogliere 9.000 firme.

Le orecchie da mercante di Lepore

Ora che il Comitato dei garanti ha deciso che il referendum è ammissibile il Comune è d’accordo alla consultazione pubblica. Ma a gennaio scorso, dopo pochi giorni dall’entrata in vigore delle multe per chi non rispetta il limite dei 30 km/h sembrava proprio che il sindaco di Bologna Matteo Lepore facesse orecchie da mercante.

«Se sono così tutti contenti, perché non fare un referendum? Lepore continua a dire che ascolterà tutti, ma ad oggi io vedo solo una chiusura e credo che il referendum sia il modo più democratico e semplice per ascoltare tutti», dichiarò lo scorso 24 gennaio sul sito change.org Guendalina Furini, la 22enne e studentessa in Scienze della comunicazione che lanciò una petizione per chiedere un referendum democratico e capire, quindi, il parere dei bolognesi sul limite dei 30 km/h. La petizione all’epoca raggiunse oltre 52mila firme. 

Il Comune di Bologna oggi

«Lo spirito del Comitato dei Garanti è stato quello di favorire un momento di confronto e consultazione. Accogliamo positivamente questa decisione, Bologna è la città della partecipazione. Il referendum consultivo sarà una bella e ulteriore occasione di partecipazione e di confronto», ha dichiarato in nota ufficiale l’amministrazione comunale.

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