Nel primo trimestre del 2025 le richieste di mutui in Italia hanno segnato un’impennata del 22,4%, accompagnata da un rialzo dell’importo medio. Un dato che molti interpretano come segnale di ripartenza economica. Ma secondo Luca Sforzini, fondatore del movimento politico e culturale Rinascimento, non si tratta affatto di un buon segno.
«Oggi il cittadino medio firma un contratto trentennale per accedere a un bene primario come la casa. Questo non è possesso, è servitù. È il nuovo volto della schiavitù moderna, mascherata da sogno borghese» dichiara Sforzini.
La critica non riguarda solo il debito in sé, ma il modello culturale che lo sostiene. Secondo Rinascimento, la casa è ormai percepita come un oggetto da finanziare, non come frutto dell’ingegno e della responsabilità individuale. Il sistema, dice Sforzini, intrappola il cittadino in una lunga dipendenza economica, mentre lo Stato, invece di favorire la libertà, perpetua questa logica con politiche che creano vincoli: tasse patrimoniali, burocrazia edilizia, incentivi temporanei e garanzie pubbliche che disincentivano l’iniziativa privata.
Rinascimento propone una visione alternativa: un modello liberale che restituisca centralità all’individuo e riduca il peso dello Stato nell’economia della casa. L’obiettivo è quello di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, ridurre l’interferenza statale nel mercato immobiliare e restituire alla casa il significato di conquista personale.
Sforzini lancia un appello a riscoprire la dimensione culturale e spirituale dell’abitare. «Il cittadino non è un cliente da gestire, ma il centro della civiltà. Basta con lo Stato-balia. Torniamo a costruire case con le mani e con l’anima, come i nostri padri. La casa è un atto di libertà, non un prestito da scontare per tutta la vita», conclude.