L’installazione di nuovi cartelli da parte del Comune di Bologna che segnalano il pericolo dei binari del tram per chi usa biciclette o monopattini rappresenta un punto di svolta: da ora in poi, chi cade potrebbe non avere più diritto al risarcimento. A lanciare l’allarme è Confabitare, che da tempo sollecitava l’adozione di misure di sicurezza per evitare incidenti su una rete tranviaria ancora in fase di realizzazione ma già fonte di pericoli concreti.
L’associazione sottolinea che la segnalazione del rischio modifica profondamente il quadro delle responsabilità in caso di caduta. I primi episodi verificatisi la scorsa settimana, avvenuti prima della comparsa dei cartelli, possono ancora rientrare nelle richieste di indennizzo al Comune. Ma ora che il pericolo è dichiarato esplicitamente, la responsabilità passa agli utenti della strada.
«Tutti devono sapere che, in presenza di segnaletica, non si ha più diritto a un risarcimento per eventuali danni – spiega Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare – se una persona cade ignorando un cartello, la responsabilità non è più del Comune. È come sbattere contro una porta su cui c’è scritto attenzione, porta bassa: è un problema tuo, non più di chi l’ha installata, ma in questo caso la situazione è più complessa, dunque serve un’adeguata informazione».
Per Confabitare, la semplice installazione dei cartelli non basta: servono interventi di comunicazione più articolati, capaci di raggiungere davvero chi si muove in città con mezzi leggeri. «Fin dall’inizio abbiamo chiesto che, insieme alla segnaletica, venissero distribuiti volantini e materiali informativi per spiegare ai cittadini come affrontare correttamente i binari, evitando manovre pericolose – prosegue Zanni – la sola presenza di un cartello non tutela chi magari non conosce i rischi legati a un’infrastruttura con cui non si è mai rapportata. Non basta avvisare, bisogna spiegare».
Confabitare si dice pronta a offrire assistenza legale a chi dovesse incappare in incidenti, aiutandoli a orientarsi in una situazione giuridica che, con l’arrivo della segnaletica, è diventata molto più insidiosa per gli utenti della mobilità dolce.