Test d’ingresso per professioni sanitarie bloccate «per pandemia» fino a marzo

La pandemia ha fatto saltare i test d’ammissione per la Laurea magistrale in Professioni Sanitarie in tutta Italia e gli studenti rischiano di perdere così un intero anno di studio. La prova nazionale si sarebbe dovuta tenere il 30 ottobre, ma all’ultimo un decreto del ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (MIUR) ha rimandato tutto a data da definire. «Tenuto conto del quadro pandemico», si legge nell’avviso, «sarà fissata entro il mese di marzo 2021».  

Già il 27 ottobre le università avevano fatto richiesta al MIUR Gaetano Manfredi di rinviare il test per il corso magistrale in Professioni Sanitarie, causa «l’aggravarsi della pandemia e delle difficoltà organizzative degli atenei nel garantire la sicurezza». Altre, come la Statale di Milano, avevano deciso in autonomia per il rinvio della prova a data da destinarsi. Così un decreto del 28 ottobre ha bloccato gli esami di ammissione in tutta Italia, a soli due giorni di distanza dalla data originaria. «Molti studenti a quel punto erano già partiti per le città dove avrebbero dovuto sostenere il test il 30 ottobre», ha spiegato una studentessa dell’Università di Bologna, che proprio all’Alma Mater avrebbe dovuto provare l’accesso per Scienze infermieristiche ed ostetriche, una delle quattro classi magistrali in Professioni Sanitarie.  

Eppure, come fanno notare vari studenti, le alternative al rinvio a marzo c’erano, e sono state impiegate dai singoli atenei per le prove d’ingresso ad altre facoltà. L’esame d’accesso alla Scuola di Specializzazione in Farmacia ospedaliera dell’Università di Bologna, ad esempio, pure fissato per il 30 ottobre e inizialmente rimandato a data da destinarsi, è stato poi calendarizzato per il 6 novembre in modalità a distanza. Ci si domanda, allora, perché anche per le magistrali in Professioni Sanitarie, che essendo prove nazionali devono svolgersi in tutta Italia lo stesso giorno, il ministero non abbia potuto fare lo stesso. 

Qualunque sia la ragione, ben 14.000 studenti, cioè il totale degli iscritti alle prove di ammissione, sono stati lasciati in sospeso. Coloro che rientreranno nel test di marzo – poco più di un quinto, essendo i posti disponibili soltanto 3.000 – non avranno la certezza di poter recuperare le attività del primo semestre. I molti, invece, che non riusciranno a superare la prova d’accesso, dovranno cercare un piano alternativo dopo aver atteso per quattro mesi inutilmente. «Mi sento privata del mio diritto allo studio», è il commento della studentessa bolognese.  

di Elvira Fiore

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