L’Alma Mater di Bologna va alla ricerca dei segreti di un raro manoscritto precolombiano

Conservato alla Biblioteca Universitaria di Bologna, è uno dei pochissimi “libri” aztechi esistenti al mondo: una ricerca dell’Università di Bologna indagherà con un dettaglio fino ad oggi impensabile le pratiche tecnologiche e pittoriche con cui venne realizzato.

Un rarissimo manoscritto azteco è oggi al centro dei lavori di indagine del Dipartimento di Storie Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, per scoprirne con le nuove tecnologie disponibili le tecniche pittoriche del tempo e i materiali. L’opera, nota come Codice Cospi e conservata nella Biblioteca Universitaria bolognese, risale alla fine del 1400 o inizio 1500. Di lì a pochi decenni, la colonizzazione dell’America da parte degli europei porterà alla distruzione della quasi totalità del patrimonio librario delle civiltà precolombiane, di cui ad oggi si contano in tutto non più di una dozzina di esemplari. Ancora poco si sa, quindi, delle tecniche di pittura e dei materiali adoperati dagli artisti precolombiani. Per andare ancora più a fondo nella ricerca archeologica ci si avvarrà di tecnologie all’avanguardia che preservino questo preziosissimo documento, come spiega Davide Domenici, professore dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto: «Verranno impiegate avanzate tecniche di imaging iperspettrale e fluorescenza per mappare la distribuzione dei materiali utilizzati, sia organici che inorganici, in tutte le pagine del manoscritto».

Il Codice arriva a Bologna nel 1533, come dono per il pontefice Clemente VII dal frate domenicano Domingo de Betanzos. Il libro non lascerà più la città, passando dalla collezione privata dell’erudito bolognese Ferdinando Cospi all’Istituto dell’Accademia delle Scienze, per approdare infine nel fondo dell’Alma Mater. 

La ricerca coinvolgerà anche ricercatori dell’Università di Perugia, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta” del CNR (SCITEC-CNR) di Milano e dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR (ISPC-CNR) di Roma, sotto il coordinamento di Laura Cartechini (SCITEC-CNR) e Aldo Romani (SMAArt). Ci si avvarrà della piattaforma MoLab di Erhis.it., suddivisione italiana dell’Infrastruttura Europea per la Heritage Science (Erhis). Il progetto è finanziato dalla Fondazione Carisbo, in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi del Sistema Museale di Ateneo. 

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