Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale di Bologna e gli amministratori dei condomini di via Zoccoli e via Saragozza, duramente colpiti dall’esondazione del torrente Ravone nella notte tra il 19 e il 20 ottobre. All’incontro hanno partecipato gli assessori all’Urbanistica e alle Reti idriche, il presidente del quartiere Porto Saragozza e i tecnici comunali e condominiali. Obiettivo comune: garantire sicurezza e incolumità dei residenti, riducendo al minimo i disagi.
Durante l’incontro, si è preso atto dell’avanzamento delle misure richieste nell’ordinanza del 31 ottobre, con la nomina dei tecnici da parte dei condomini. Il Comune ha ribadito la volontà di rivedere i termini dell’ordinanza a seguito della presentazione delle relazioni tecniche sui lavori di messa in sicurezza di muri e interrati danneggiati.
Uno dei temi centrali riguarda la manutenzione dello stradello interno di via Zoccoli, confermato come proprietà privata a uso comunale. Gli interventi necessari, quindi, ricadranno sui proprietari. È emerso che i danni riscontrati nel muro di confine sono antecedenti alla recente alluvione. Tuttavia, il Comune si è impegnato a dialogare con l’Autorità Regionale per un ripristino rapido della zona, soprattutto per quanto riguarda il solaio danneggiato nel tratto demaniale.
Per il muro pericolante nello stradello privato a uso pubblico, il Comune ha proposto l’acquisizione gratuita dell’area, qualora fosse ritenuto di interesse pubblico, così da poter intervenire in collaborazione con i proprietari privati.
Infine, a seguito di richiesta dei condomini, il Comune ha garantito l’installazione di un dissuasore stradale per limitare l’accesso veicolare e ha attivato uno stallo di carico/scarico per agevolare le attività commerciali della zona, provvedimenti che saranno rivalutati nelle prossime settimane.
Esposto alla Procura per fare luce sulle responsabilità
Parallelamente, un gruppo di residenti ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, ritenendo che il Comune fosse da tempo a conoscenza del rischio rappresentato dal torrente Ravone e che non abbia adottato le necessarie misure preventive. Secondo l’esposto, gli studi commissionati dal Comune, già dal 2013, evidenziavano il rischio idrogeologico della zona, ma tali avvertimenti non si sarebbero tradotti in interventi concreti. La vicenda è ora all’attenzione delle autorità, in attesa dei prossimi sviluppi.