Aprile 2025 si chiude con numeri molto positivi per il turismo a Bologna. Le festività pasquali e i ponti di primavera hanno spinto l’occupazione alberghiera ben oltre i livelli dell’anno precedente, confermando le previsioni della vigilia e premiando una città che, almeno nei dati, sembra godere di ottima salute turistica. Ma dietro ai numeri si fa sempre più spazio una riflessione critica: Bologna sta cambiando volto e con essa anche il modo di essere visitata.

Secondo i dati più recenti, l’occupazione media nelle strutture ricettive da gennaio ad aprile ha raggiunto il 72,8%, con un +2,4 punti rispetto al 2024. Solo ad aprile si è toccato l’80,4%. A trainare il tutto sono stati i weekend festivi: quello pasquale (dal 18 al 21 aprile) ha toccato il 76,6%, con un picco del 90,3% nella notte del sabato. Il ponte del Primo Maggio è stato il momento migliore, con un’occupazione dell’83,2% (+11,4 punti sul 2024), mentre quello del 25 aprile si è fermato al 77,4%, in lieve flessione.

I turisti stranieri rappresentano metà del totale. Germania, Stati Uniti e Regno Unito guidano la classifica delle presenze, seguiti da Francia, Spagna e Svizzera.

Fin qui, tutto bene. Ma il volto della Bologna “da cartolina” si sta appannando. L’offerta culturale resta ricca e apprezzata – Torre dell’Orologio, Collezioni Comunali d’Arte, Casa di Lucio Dalla, Palazzo Pepoli e tour guidati restano tra le mete preferite – e i visitatori scelgono sempre di più anche esperienze all’aperto, tra noleggi bici e trekking nei dintorni. Tuttavia, la percezione diffusa tra chi vive la città quotidianamente è che l’identità turistica di Bologna si stia spostando sempre più verso un consumo mordi-e-fuggi centrato sul cibo da strada.

Il centro storico, nelle giornate di punta, assomiglia sempre meno a un museo a cielo aperto e sempre più a un «tagliere a cielo aperto»: panini con la mortadella mangiati sotto i portici, affollamento intorno alle gastronomie più note, code per un aperitivo a base di tigelle o salumi. Un turismo che rischia di essere sempre più bulimico, sempre meno curioso, dove la cultura cede il passo al folklore e alla foto col panino.

Anche nella città metropolitana, sebbene siano state molto apprezzate iniziative come «Alla scoperta di ville e castelli» – estesa per la prima volta al territorio modenese – e la rassegna «Trekking sui sentieri della Resistenza», l’impressione è che le esperienze autentiche e riflessive restino marginali rispetto alla massa.

foto: Bologna Welcome

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