La cultura a Bologna è in forte crisi, il silenzio dell’amministrazione e la protesta dei lavoratori

Precarietà, carenza di personale e rischio esternalizzazioni: il sistema culturale pubblico di Bologna è in profonda crisi. Biblioteche e musei comunali, nonostante l’aumento dei turisti, faticano a garantire servizi essenziali. Lo denunciano le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e COBAS. Secondo i sindacati, la situazione è diventata «insostenibile». Gli organici sono ridotti al minimo, il ricambio generazionale è bloccato e molte sedi si reggono grazie al volontariato. Le ultime assunzioni risalgono all’estate scorsa: solo cinque nuove unità, a fronte di una graduatoria ben più ampia.

A peggiorare il quadro, le dimissioni della dirigente del Settore Musei Civici, annunciate per il mese di giugno. Un segnale che certifica il disagio anche ai vertici.

Intanto l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Matteo Lepore, non affronta pubblicamente il problema. Al contrario, continua a promuovere un’immagine positiva del comparto culturale, sostenendo che tutto funziona al meglio. Secondo i sindacati, si tratta di una narrazione, che nasconde una realtà ben diversa vissuta ogni giorno nei luoghi della cultura.

Anche le condizioni delle strutture sono critiche. A ottobre 2024, parte del soffitto del Museo della Musica è crollata durante l’orario di chiusura. Un episodio che evidenzia la mancanza di manutenzione e investimenti.

Nonostante i problemi interni, Bologna ha registrato 1.836.216 arrivi turistici nel 2024, di cui il 55% provenienti dall’estero (fonte: Bologna Welcome). Un dato che mette in evidenza il paradosso: l’offerta culturale attira, ma chi la garantisce lavora in condizioni sempre più difficili.

Le proteste coinvolgono anche i dipendenti delle cooperative che operano nel settore, spesso con contratti precari e sottopagati. Tutti chiedono maggiore stabilità e il riconoscimento della propria professionalità.

Per denunciare la crisi, è in programma una manifestazione pubblica domenica 13 aprile 2025 alle 11, alla Certosa Monumentale di Bologna. L’iniziativa, dal titolo “MI RIVOLTO NELLA TOMBA”, è aperta a tutta la cittadinanza.

«La protesta nasce dalla situazione di crisi in cui si trovano i musei e le biblioteche civiche. I lavoratori sono già in stato di agitazione da quasi un anno nel tentativo di parlare con l’amministrazione dei problemi che li riguardano. Come sindacati si prova a interloquire con l’amministrazione ma c’è una netta chiusura di dialogo», dichiara Enrico Tabellini, delegato sindacale Cobas e lavoratore al museo della Musica di Bologna.

«La stessa amministrazione ha ammesso che manca il personale, ma pare che abbia deciso di non voler più investire nei lavoratori della cultura, dopo tanti proclami di assunzioni», continua Tabellini.  Proprio nel settore cultura si taglierà il 20% dei fondi per l’acquisto dei libri e il 33% dal budget dei musei. I fondi ai dipartimenti didattici, poi, saranno quasi azzerati. Un disastro per il settore. 

«A fronte di tutto questo, le lavoratrici e i lavoratori si sono trovati di intraprendere uno sciopero per evitare la distruzione la morte e della cultura pubblica. Domenica andremo nel museo della Certosa e vicino le tombe e racconteremo gratuitamente le storie dei personaggi della cultura presenti con le loro tombe nel cimitero bolognese», conclude il delegato sindacale. 

«Sarà uno sciopero e una protesta per sensibilizzare i bolognesi che la cultura a Bologna in massima sofferenza», dice, invece, Michela Arbizzani coordinatrice FP CGIL della RSU del Comune di Bologna. «Una crisi che dura da anni, ora stiamo arrivando al tracollo. Non ci danno spiegazioni su quale sarà il futuro. Dall’amministrazione sono evasivi nonostante siano a conoscenza della situazione. Pare proprio che la scelta di questa amministrazione sia quella di non investire nella cultura», chiude Arbizzani. 

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