L’ex motociclista Fausto Gresini è morto di Covid a Bologna

Il 27 dicembre 2020 venne ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna a causa dell’aggravarsi della malattia. Dopo un iniziale miglioramento, il 18 febbraio 2021 le sue condizioni peggiorarono. Oggi il decesso.

Dopo la notizia di ieri, smentita dal suo team, che annunciava la sua morte, oggi l’ex motociclista Fausto Gresini nato a Imola e manager della scuderia che porta il suo nome è morto all’ospedale Maggiore di Bologna dopo 2 mesi di lotta al covid. Ad annunciare il decesso è stato lo stesso Team Gresini: «La notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere. Dopo due mesi di lotta al covid, Fausto Gresini ci lascia con 60 anni appena compiuti, Ciao Fausto». Il Covid lo ha sconfitto e si è portato via uno dei personaggi più importanti e conosciuti del motociclismo italiano. Dopo un iniziale miglioramento, il 18 febbraio 2021 le condizioni peggiorarono improvvisamente, costringendo i medici a nuova sedazione e terapie per combattere una grave infiammazione polmonare.  

Dopo il ritiro dalle competizioni come motociclista fondò nel 1997 una scuderia, il Gresini Racing, che tuttora disputa le gare del motomondiale. Come team manager vinse tre titoli iridati nelle categorie minori: nella classe 250 col giapponese Daijirō Katō nel motomondiale 2001, con Toni Elias nella stagione 2010 in Moto2 e nel 2018 con Jorge Martín in Moto 3. Con il suo team partecipò ininterrottamente nella classe regina della MotoGP dal 2002 al 2020 (fino al 2014 con la Honda, dal 2015 con l’Aprilia) e le migliori stagioni in assoluto furono il 2004 e il 2005. 

Da motociclista Fausto Gresini, che nella sua carriera ha sempre corso nella 125, vinse il suo primo titolo mondiale nel 1985: tre vittorie (in Austria, Belgio e San Marino), cinque pole position e 109 punti conquistati. L’anno seguente si aggiudicò quattro GP (in Spagna, Europa, Svezia e Germania), ma fu superato di sole 12 lunghezze da Luca Cadalora, che si laureò campione del mondo. 

Nel 1987 vinse 10 delle 11 gare in calendario (tutte tranne quella in Portogallo, in cui ebbe una foratura mentre era largamente in testa) e ridivenne campione della 125 dopo aver collezionato 150 punti. Nel 1988 un infortunio lo tenne lontano dalle piste, causandogli la perdita della competitività in gara. Poco dopo la fine della stagione maturò il divorzio dalla Garelli, che aveva già provveduto a trovargli un sostituto. 

Nel 1989 si trasferì all’Aprilia e nel 1990 passò alla Honda, con cui ebbe un altro brutto infortunio a seguito di una caduta: si limitò quindi a fare il secondo di Loris Capirossi, che in quell’anno riuscì a vincere il mondiale.  

Nel 1992 Gresini arrivò ancora una volta secondo in classifica generale, dopo aver vinto una prova in Gran Bretagna e aver collezionato 118 punti. Le sue ultime due stagioni da pilota (1993 e 1994), disputate sempre con la Honda e sempre in 125, videro un Gresini sempre fuori dal podio. Poco prima dell’inizio della stagione 1995 annunciò il suo ritiro dall’agonismo. 

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