L’uomo e la tecnologia, Umberto Galimberti a Bologna si interroga sulle trasformazioni che stiamo vivendo

Secondo il filosofo Umberto Galimberti l’errore più comune è pensare che la tecnologia sia solo uno strumento a nostra disposizione ma è diventata, invece, il soggetto della storia.

Qual è lo spazio per l’uomo nell’era della tecnica e della complessità?  A rispondere a questa domanda così complessa sarà il filosofo Umberto Galimberti che si interroga sulle trasformazioni che stiamo vivendo domani giovedì 14 ottobre alle 20,30 all’oratorio di San Filippo Neri in via Manzoni a Bologna in un incontro nell’ambito del LabOratorio, curato da Mismaonda con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.   

La sensazione è di essere in balia di un progresso più grande di noi, inarrestabile e imprevedibile. Eppure, al centro di tutte le trasformazioni che stiamo vivendo, resta sempre il fattore umano, quello che ci distingue dalle macchine e ci rende unici. Secondo il filosofo Umberto Galimberti l’errore più comune è pensare che la tecnologia sia solo uno strumento a nostra disposizione ma è diventata, invece, il soggetto della storia. Bisogna elaborare, insomma, un pensiero alternativo al pensiero che calcola soltanto se si vuole costruire spazi nuovi. «La tecnica funziona nella forma dell’auto-potenziamento. Non ha scopi di salvezza, non dischiude orizzonti di senso. Essendo diventata la condizione universale per realizzare qualsiasi scopo, è desiderata da tutti. Non ha sbocchi, sa di essere appetibile per il solo fatto che si auto-rafforza. Si potrebbe dire della tecnica ciò che Nietzsche diceva della volontà di potenza: non c’è niente che vuole, tranne sé stessa», ha dichiarato Umberto Galimberti. 

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. 

In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, per poter accedere sarà necessario il Green pass. 

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