Sfrecciare in bici a rotta di collo sotto i portici patrimonio dell’umanità? A Bologna è possibile. Anzi, sembra quasi incoraggiato. L’ultimo episodio, finito sotto i riflettori per la sua pericolosità, mostra un gruppo di biker lanciarsi in discesa lungo il portico di San Luca, come fosse una pista da mountain bike. Nessun permesso, nessuna autorizzazione. Ma tanto, a Bologna, chi va in bici pare non debba mai rendere conto a nessuno. Anzi.

Il video, rilanciato sui social dalla pagina “bolo.riders”, ha scatenato polemiche e preoccupazioni, anche per la leggerezza con cui l’amministrazione ha affrontato la vicenda. Il sindaco Matteo Lepore si è limitato a commentare: «Sono azioni che non si devono fare e molto pericolose». Poi ha aggiunto: «Mi stupisce anche che qualcuno abbia scritto su una ipotesi di autorizzazione». Una frase che sa di sorpresa, ma non certo di intervento concreto.

A destare ulteriore scalpore è stata la reazione del consigliere comunale con delega al Turismo e ai grandi eventi sportivi, Mattia Santori, che ha messo un like al profilo che ha diffuso il video. Nessuna condanna, solo una giustificazione: «Sono ragazzi giovani che conosco. So che sono atleti professionisti. La cultura del free style è positiva. Il mio ‘like’ l’ho messo dopo che ho letto le rassicurazioni dei ciclisti: il video è stato girato alle 2 di notte, c’erano diverse persone a controllare che non ci fossero pedoni e auto di passaggio». E ancora: «Ho detto loro che la prossima volta devono chiedere i permessi…».

Ma la realtà è che non li hanno chiesti. E se non lo fanno, è anche perché sanno che difficilmente qualcuno li fermerà. Con questa amministrazione, chi pedala sembra vivere in una zona franca: si va contromano, si attraversano incroci col rosso, si ignorano le piste ciclabili e si invade regolarmente i portici. Nessuna sanzione, nessun richiamo. Solo dichiarazioni di principio, come quelle del sindaco, che non bastano più a nascondere una vera e propria anarchia ciclistica sotto gli occhi di tutti.

Il portico di San Luca non è solo un simbolo, è parte del patrimonio Unesco. Ma evidentemente non abbastanza importante da richiedere rispetto. «I permessi, infatti, sono necessari», ha ammesso Santori. Ma subito dopo ha ridimensionato la vicenda, parlando di «polemica alla bolognese».

La sensazione, però, è che non sia affatto una semplice polemica. È una questione di sicurezza, di rispetto dei luoghi e delle regole. Intanto, mentre l’amministrazione balbetta e si divide tra condanne tiepide e like fuori luogo, le biciclette continuano a sfrecciare sotto i portici. Senza regole. Senza permessi. Senza limiti.

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