La compagnia bolognese Instabili Vaganti ha ideato un progetto di teatro virtuale chiamato “8 1/2 Theatre Clips”: una serie di 8 episodi e mezzo ambientati tra Italia e Iran su come la pandemia ha cambiato le nostre vite.
In 8 episodi e mezzo la compagnia teatrale bolognese Instabili Vaganti racconta come la pandemia da Covid-19 ha profondamente cambiato le nostre vite e le nostre abitudini: “8 1/2 Theatre Clips” è lo spettacolo virtuale con cui Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola ci bussano alla porta e utilizzano le nostre case come palcoscenico. La casa stessa diventa protagonista all’interno di alcuni degli episodi in cui Dorno, regista performer e artista visiva, e Pianzola, performer e drammaturgo, hanno deciso di creare una vera e propria web series capace di valicare non solo la soglia della propria residenza e quella dei teatri, ormai chiusi, ma il confine nazionale per un’offerta dal sapore multiculturale.
La compagnia, non estranea a spettacoli esteri, ha concepito l’idea dei cortometraggi proprio durante il lockdown di Marzo grazie alla collaborazione con il regista Ali Shams e l’attore ( mimo ) Danial Kheirkhah che, da Teheran, conducono in parallelo la serie. Proprio da questi ultimi è scaturita l’idea del “perché non fare più episodi invece che uno solo?”, concependo il concetto di “serie” e permettendo alle performances di spalmarsi su un periodo di tempo abbastanza lungo in grado di accompagnare lo spettatore: la prima puntata, delle cinque già proiettate, è stata lanciata ad agosto mentre le ultime si concluderanno verosimilmente entro gennaio dell’anno nuovo.
Otto episodi e un “talk” finale, da cui “mezzo”, che si configura come un momento dal vivo o preregistrato in cui è possibile avere un confronto con gli attori riguardo la nascita e crescita del progetto e le modalità di lavoro, riferendone scoperte e difficoltà, in uno scambio che si presenta interessante grazie alla veduta dall’ ampio sguardo internazionale. Lo spettacolo, dietro produzione dell’Ambasciata Italiana a Teheran, si arricchisce delle musiche dal vivo di Riccardo Nanni, compositore cinematografico bolognese, il quale si ispira volutamente al capolavoro felliniano “8 1/2 “, da cui il titolo della serie virtuale: «Siamo nella stessa identica situazione, siamo il personaggio di Guido, regista in profonda crisi espressiva, che vive questa situazione di isolamento in un albergo con tutto il suo staff, il quale lo spinge a creare e a porsi molte domande», afferma Nicola Pianzola, definendo l’analogia «filo rosso di tutti gli episodi».
Il primo episodio, “Beyond the Mirror“, si presenta in bianco e nero in cui l’attore si guarda allo specchio, quasi una vera e propria citazione della famosa pellicola che vede però un’aggiunta inedita: nel farsi la barba, sul volto dell’attore compare la forma di una mascherina fatta di schiuma. Perla cinematografica quindi contestualizzata e riadattata al periodo odierno. Il secondo episodio, “The Night Shift“, è stato dedicato al personale sanitario mentre il terzo,”Notes of Absence“, riprende l’abitudine dalla forte impronta popolare, scaturita durante la quarantena, di improvvisare concerti sui balconi. Il quarto, col titolo di “Don’t Call Me Hero“, si rifà fortemente alla situazione connessa sempre al personale sanitario e, infine, l’ultimo lanciato, “Alone“, il quale verte principalmente sui temi del distanziamento e della solitudine (il protagonista può abbracciare solamente un manichino) veicolando una sorta di messaggio da parte dei teatri chiusi. Quest’ultimo è stato girato al Teatro del Popolo di Concordia sulla Secchia, teatro simbolico non solo perché chiuso causa le restrizioni anticovid ma anche in seguito alle complicanze dovute al terremoto di Maggio 2012, che rinascerà a nuova vita per lanciare l’emblematico messaggio “Il pubblico tornerà”.
È possibile guardare lo spettacolo sia sui canali Twitter, Instagram e Youtube dell’Ambasciata Italiana a Teheran, sia sui canali social della compagnia Instabili Vaganti, rilanciato a sua volta dall’attore iraniano Danial Keirkah sui propri, raggiungendo un pubblico considerato impensabile fino ad ora da Anna e Nicola. Inoltre, a Teheran l’Ambasciata Italiana ha indetto degli appuntamenti dal vivo, proiettando pubblicamente lo spettacolo, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, incentivando il dialogo interculturale. Intenzione della compagnia bolognese, infatti, è quella di raggiungere la città iraniana ad emergenza conclusa, allestendo gli 8 episodi sotto forma di spettacolo dal vivo per poi presentarlo anche in Italia.
La nascita di questo progetto è stata fulcro di quella di altri in quanto è in corso la messa a punto di ulteriori web series con Turchia, Spagna e India, mentre la compagnia non perde tempo e parteciperà virtualmente allo Shanghai Experimental Theatre Festival che si terrà la settimana prossima. A tal proposito, la compagnia aggiunge “A livello umano non è la stessa cosa però in qualche modo dobbiamo acquisire la lezione e portare con noi nella pratica futura delle nuove modalità, infatti stiamo facendo anche molti workshop online con partecipanti da tutto il mondo. È bello vedere chi si alza in Canada alle 7 di mattina e allo stesso tempo chi sta sveglio fino alle 11 di sera in Corea per partecipare nello stesso momento allo stesso workshop, sviluppando una comunità internazionale che è un po’ l’obiettivo del nostro progetto Beyond Borders il quale nel totale conterà 30 video performance”. “Beyond Borders“, oltre a munirsi dei prodotti lanciati online, ha generato a settembre uno spettacolo chiamato “Lockdown Memory” all’interno del quale vengono presentati i frammenti dei video. Un occhio che si presenta quindi fortemente internazionale, capace di rendere il palcoscenico della compagnia bolognese per niente instabile ma sicuramente vagante.
Gli Instabili Vaganti nascono come compagnia teatrale a Bologna nel 2004, annoverandosi nell’ambito del teatro contemporaneo sperimentale dalla vocazione internazionale e interculturale. Il duo si occupa principalmente di produzione, spettacoli e performance in ambito teatrale multidisciplinare e della produzione video, accostando al lavoro un’attività pedagogica e di alta formazione tramite cui prendono parte a progetti accademici e non. Propendendo per una modalità side specific, gli attori partono spesso dalle suggestioni che i luoghi interessati possono regalare, spaziando all’interno di essi e trasportandoli nella performance non solo come spettacolo ma anche come esperienza, in un connubio tra etica ed estetica che trova la propria realizzazione in una grande centralità fisica. Tramite il proprio linguaggio poetico, gli attori cercano sempre di veicolare tematiche polito-sociali dal forte impatto emotivo su scala globale.