Coronavirus Emilia-Romagna, una manovra di 432 milioni per ripartire

«Se perdura il lockdown rischiamo di perdere fino a 350.000 posti di lavoro». Lo ha detto due giorni fa in commissione l’assessore al Lavoro dell’Emilia-Romagna Vincenzo Colla secondo cui l’obiettivo della Fase 2 è far capire che «la ripresa economica dovrà avvenire trovando il modo di convivere con il Coronavirus, come già sta succedendo nei servizi pubblici essenziali e nelle filiere produttive strategiche come quelle sanitarie, dell’agroalimentare e dell’energia». È «ovvio- dice Colla – che se mancano i dispositivi di protezione individuale non si può ripartire ed è per questo che è stato distribuito un milione di mascherine per chi sta già lavorando e per chi deve ricominciare a lavorare, a cui se ne aggiungerà un altro milione a breve», la settimana prossima. 

A fornire informazioni ai consiglieri durante la seduta delle commissioni Politiche economiche e Bilancio, riunite in video, c’era anche il titolare del Bilancio Paolo Calvano, che ha illustrato il primo pacchetto di misure varato dalla giunta. La Regione, ha spiegato Calvano, «non può fare deficit, ma può solo ottimizzare la spesa. Per questo ha disposto l’utilizzo di risorse regionali e statali per 432 milioni (320 milioni di impegni di spesa e i restanti derivanti dall’accelerazione di pagamenti) utilizzando l’avanzo vincolato, che non è frutto di inefficienze nella spesa, ma un obbligo di finanza pubblica». 

Distribuzione dei fondi

La manovra, ha riepilogato Calvano, «si articola in cinque assi»: sanità (previsti 65 milioni per il personale sanitario e 26 milioni per l’hub delle terapie intensive), imprese e lavoro (18 milioni, con effetto leva di circa 100 milioni, per le piccole, media, micro imprese, 6,5 milioni per il lavoro, due milioni per sanificazione alberghi, 11 milioni per i tirocinanti, fra i quali 3.500 disabili), welfare, sport e cultura (cinque milioni per il fondo ordinario asili nido. Un milione e mezzo per le scuole paritarie, 18 milioni di anticipazione ai Comuni del fondo nidi, 27 milioni per le politiche per la casa, 3,5 milioni per lo sport, un milione per la cultura, fondi per il superamento del digital divide), investimenti (cinque milioni aggiuntivi per l’interramento della linea ferroviaria a ridosso del centro di Ferrara, fondi per l’elettrificazione delle linee ferroviarie regionali, 500.000 euro per le edicole, un milione per l’editoria locale). 

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