Coronavirus, l’Usb denuncia:«Gli anziani nelle case di riposo sono lasciati morire»

«Si sta consumando un’ecatombe di anziani ospiti delle case di riposo gestite sia dal pubblico sia dal privato». È la grave denuncia del sindacato Unione Sindacale di Base (Usb) Emilia-Romagna attraverso un comunicato arrivatoci questa mattina. Secondo il sindacato, l’insufficienza di posti letto ha generato in Emilia-Romagna e in Lombardia una precisa scelta politica in cui l’anziano è un soggetto debole e quindi sacrificabile, al punto di lasciarlo morire a causa del contagio nelle case di riposo senza le necessarie cure ospedaliere. «Agli anziani che mostrano sintomi di contagio (febbre alta, tosse, apnea respiratoria, ecc.) non viene realizzato il tampone di verifica, non vengono isolati all’interno delle strutture e all’intervento della guardia medica o della pubblica assistenza, non consegue il necessario ricovero a causa della mancanza di posti letto nelle strutture ospedaliere preposte», scrive l’Usb Emilia-Romagna. 

Per comprendere ciò che si vuole far notare, il sindacato elenca alcuni esempi. «La Casa Residenza per Anziani “Don Prandocchi Cavalli” di Sissa Trecasali (Parma) nel giro di pochi giorni è passata da 10 a 21 morti cioè il 40% degli ospiti e il 50% del personale in malattia. Quella di Soragna (Parma) sempre in pochi giorni ha visto morire 8 dei 50 ospiti, cioè il 16% ed il 50% circa del personale a casa in malattia. Quella di Fontanellato (sempre nel Parmense) negli ultimi giorni ha visto morire 2 ospiti, ma la struttura è stata giudicata dalla guardia medica completamente compromessa dal contagio, a tal punto che la pubblica assistenza interviene per ricovero ospedaliero solo nei casi di gravità terminale della malattia». E così in altre case di riposo. 

Inoltre, il sindacato denuncia anche il fatto che nelle case di riposo i dispositivi di prevenzione e protezione sarebbero stati forniti agli operatori solo successivamente alla conclamata esplosione del contagio nelle strutture e in molti casi tali presidi di sicurezza sono forniti in maniera inadeguata e parziale. «Tutto questo rappresenta una logica nella quale si evidenzia una gestione della sanità piegata alle politiche di bilancio, dovuta ai tagli imposti negli ultimi trent’anni alla sanità pubblica. Una logica tale per cui il diritto alla salute degli anziani rappresenta un costo non sostenibile», conclude l’Usb. 

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