Scontri nell’ex sede del Labàs, attenuanti concesse agli attivisti per motivi di valore sociale

Ridotte le pene per gli otto imputati coinvolti negli scontri del 2017 a Bologna. La sentenza riconosce l’importanza politica e sociale dell’azione.

Nel processo di appello bis, la Corte di Bologna ha stabilito che gli attivisti coinvolti nei fatti del 2017 presso l’ex caserma occupata dal centro sociale Labas hanno agito per motivi di particolare valore sociale e morale. Questa decisione segue le indicazioni della Corte di Cassazione, che a marzo 2024 aveva sottolineato l’importanza di considerare la rilevanza morale delle azioni.

Pene ridotte agli attivisti: dettagli della sentenza

Gli imputati, accusati di reati come resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, hanno beneficiato di una riduzione delle pene:

  • 5 mesi di reclusione per due attivisti coinvolti anche in episodi di lesioni.
  • 4 mesi di reclusione per gli altri sei imputati.

Tutte le pene sono state sospese.

Le dichiarazioni dei difensori e del collettivo Labas

Secondo Elia De Caro, uno dei legali difensori, la sentenza rappresenta “un risultato storico” perché riafferma un’attenuante che era stata accantonata da precedenti interpretazioni restrittive.

Anche il collettivo Labas ha espresso soddisfazione attraverso i propri canali social:

“Questa pronuncia non solo riduce le pene, ma riconosce il valore politico e sociale della nostra azione, creando un importante precedente giurisprudenziale”..

Un precedente per le proteste sociali

Il riconoscimento del “valore sociale” non è un caso isolato. Ad aprile 2024, il Tribunale di Bologna ha applicato la stessa attenuante a tre attivisti di Ultima Generazione che avevano bloccato la tangenziale di Bologna a novembre 2023 per sollecitare il Governo su politiche climatiche.

Questi sviluppi segnano un punto di svolta nel riconoscimento delle ragioni politiche e sociali alla base delle proteste civili, rafforzando il dialogo tra attivismo e giustizia.

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