La Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna di primo grado per due carabinieri accusati a Bologna di persecuzione nei confronti di un avvocato. La sentenza riguarda il maresciallo Piergiorgio Madonno, condannato a un anno e sei mesi, e il maresciallo Gian Luca Russo, condannato a un anno e due mesi, entrambi con la condizionale.
Secondo quanto riportato dalla Corte, i due imputati avrebbero perpetrato atti persecutori consapevoli delle conseguenze che avrebbero avuto sulla vittima e sulla sua famiglia. Questi atti includevano false ordinazioni a domicilio di pizze, telefonate mute e l’iscrizione a un’agenzia matrimoniale. La vittima e i suoi familiari sono stati costretti a modificare il loro comportamento, adottando precauzioni come cambiare il gestore telefonico, spegnere il cellulare la sera e non rispondere a numeri sconosciuti.
La Corte ha sottolineato che i due imputati avrebbero interferito attivamente nelle indagini, inducendo la vittima a non menzionare alcune telefonate anonime ricevute nella querela, al fine di evitare di essere identificati come gli autori degli atti persecutori.
Durante il processo, i due imputati sono stati difesi dagli avvocati Serena Gasperini, Daniele Fabrizi (Madonno) e Bruno Salernitano (Russo), mentre la vittima è stata rappresentata dall’avvocato Giovanni Sacchi Morsiani.