L’8 marzo non è più la cosiddetta “festa della donna”, ma il giorno dello sciopero femminile e femminista per ricordare le discriminazioni di cui le donne ne sono ancora oggetto.
«Non possiamo rinunciare allo sciopero femminista e transfemminista». Comincia così un comunicato dell’associazione femminista NonUnadiMeno oggi 8 marzo, giornata che “festeggiava” la donna, ma che oggi è uno sciopero di donne che vogliono far sentire la propria rabbia contro la violenza, il razzismo e lo sfruttamento che in tempo di pandemia ha reso sempre più intensi. Oggi scioperano le operaie migranti di Yoox, da mesi in lotta contro l’azienda di moda che impone turni difficili alle lavoratrici madri, «costringendole a fare i salti mortali per potersi occupare di figlie e figli», si legge nel comunicato. Scioperano le operatrici sociali ed educatrici delle cooperative organizzando un presidio di fronte a LegaCoop, «perché sono stanche di vedersi chiedere condizioni di lavoro impossibili nella gestione pandemica di asili e scuole, senza avere in cambio nessuna garanzia contrattuale e salariale», scrive l’associazione femminista NonUnadiMeno.
E ancora. Scioperano anche le insegnanti e docenti universitarie in DAD (didattica a distanza), che hanno organizzato lezioni dedicate allo sciopero femminista e alle sue rivendicazioni. Scioperano anche le mamme che si fanno carico degli effetti delle scuole chiuse. «Ognuna di queste azioni è parte dello sciopero femminista e transfemminista globale che abbiamo voluto rendere visibile anche in città appendendo su tutte le porte striscioni con le nostre parole d’ordine. Lo sciopero femminista e transfemminista vive nelle lotte e – mai come ora – per noi è essenziale!».