Commenti d’odio contro la candidata sindaca di Bologna Cathy La Torre, «Vogliono screditarmi»

«Zoccola», «sparati», «lesbica di merda»: sono solo alcuni dei commenti di odio online comparsi oggi sotto gli articoli condivisi su Facebook contro Cathy La Torre, la candidata sindaca di Bologna che correrà nella coalizione di centro-sinistra per le elezioni amministrative della primavera del 2021. Ma sono spuntati anche numerosi profili falsi a suo nome che chiedono i dati bancari e promettono premi in denaro. Secondo l’avvocata e attivista LGBTQ+ si tratterebbe di un tentativo di screditare la sua campagna elettorale proveniente anche dagli ambienti della sinistra alla quale appartiene. 

Cathy La Torre si dice molto preoccupata della situazione che si sta creando: un clima di odio online che sfocia nella diffamazione, nel furto di identità e nella truffa. In questi giorni sono comparsi alcuni profili falsi che si sono appropriati del suo nome dove chiedevano agli utenti le coordinate IBAN e promettevano premi in denaro fino a 5000 euro. «Credo ci sia un disegno articolato per sabotare la mia candidatura, che è osteggiata da destra come da sinistra», ha dichiarato l’avvocata alla Gazzetta di Bologna. «L’odio non ha colore politico, ma se viene dagli amici, da quelli che io ritenevo tali, fa sicuramente più male». 

Una campagna mediatica fortemente aggressiva che risulta come inedita anche per la candidata a sindaca di Bologna. Ci sono, però, i modi per difendersi da questi profili falsi. La Torre invita a credere solo al suo profilo ufficiale che ha una spunta blu posta alla destra del nome come “profilo verificato”. L’avvocata ha, inoltre, proceduto a denunciare questi fatti alla polizia postale, ma chiede anche agli utenti di riportarle questi profili e di segnalarli a Facebook in modo che vengano rimossi. 

Gli insulti sui social network sono qualcosa che Cathy La Torre ha imparato a combattere nel corso degli anni: l’avvocata è stata tra le fondatrici di “Odiare ti costa”, una coalizione di avvocati che difende gratuitamente coloro che sono colpiti dall’odio online, dal cyberbullismo, dal revenge porndalle minacce e dalla violenza. Per questa iniziativa l’attivista LGBTQ+ è stata premiata nel 2019 a livello europeo, aggiudicandosi un The Good Lobby Award a Bruxelles come miglior avvocato pro-bono. Cathy La Torre ha creato diversi malumori all’interno di tutta la sinistra bolognese. Coalizione Civica, ad esempio, la ritiene troppo morbida con il Partito Democratico. Altri, secondo l’avvocata, la accusano di essere incapace, di voler governare con i “mi piace” su Facebook o di connivenza con i cosiddetti “poteri forti”. La candidata ci tiene a sottolineare che, al di là dell’attivismo che l’ha resa nota a livello nazionale, ha comunque un’esperienza politica, essendo stata consigliera comunale per Sinistra Ecologia Libertà dal 2011 al 2016.  

Sebbene lo stato della sua campagna elettorale sia ancora in fase embrionale, La Torre vuole differenziarsi dai suoi maggiori competitor alla carica di sindaca dentro la sinistra bolognese, ovvero Matteo Lepore (assessore al turismo) e Alberto Aitini (assessore sicurezza urbana). «I miei sfidanti sono marchiati da una continuità, io vorrei fare un governo della città assieme ai cittadini, con le loro idee», ha rivelato l’avvocata alla Gazzetta di Bologna. «Quella di Lepore e Aitini è una retorica trionfalistica, quella secondo cui va tutto bene, ma non è così. Per fare un esempio, Bologna è molto colpita dal Coronavirus e bisogna trovare delle soluzioni». La Torre si propone, insomma, come un candidata alternativa alla sinistra tradizionale, e ha dalla sua parte un forte sostegno popolare sui social network, come su Facebook, dove riceve quotidianamente migliaia di interazioni, o su Twitter, dove conta oltre 46 mila seguaci.

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