A Bologna, oltre un terzo dei cittadini deve affrontare la vita quotidiana convivendo con malattie croniche. Secondo i dati dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, raccolti dall’istituto di ricerca Nomisma, il 35% dei bolognesi è affetto da almeno una patologia cronica. Di questi, il 19% ne soffre di una sola, mentre il 16% (circa uno su sei) deve gestire due o più patologie.
Le patologie croniche più diffuse a Bologna
Tra le malattie croniche più comuni a Bologna, l’ipertensione arteriosa si posiziona al primo posto, colpendo il 26% della popolazione, ossia più di una persona su quattro. Seguono le patologie articolari, come artrosi e artrite (18%), e le malattie allergiche (17%). Altri problemi rilevanti includono asma (8%), tumori (7%) e diabete (6%).
A livello familiare, i dati rivelano che in circa una famiglia bolognese su tre è presente almeno un caso di malattie allergiche (31%) o di ipertensione (30%).
La gestione quotidiana delle malattie croniche
Le patologie croniche possono influenzare significativamente la qualità della vita. Secondo la ricerca di UniSalute, il 53% dei bolognesi affetti da una malattia cronica non è soddisfatto del proprio stato di salute fisico. Questa percentuale sale al 54% tra chi soffre di multicronicità, evidenziando come la convivenza con più malattie renda ancor più difficile mantenere un buon livello di benessere.
Le diagnosi di malattie croniche a Bologna avvengono in prevalenza dopo i 40 anni, soprattutto per tumori (83%) e ipertensione (76%). Al contrario, patologie come le malattie allergiche (97%) e l’asma (96%) vengono solitamente diagnosticate prima dei 40 anni. Il diabete, invece, è diagnosticato entro i 40 anni in un caso su tre (34%).
Specialisti e sanità pubblica: come i bolognesi gestiscono le cure
Per la gestione della propria condizione, il 57% dei bolognesi affetti da malattie croniche si affida principalmente a un medico specialista. Il restante 43% si rivolge al proprio medico di base. La sanità pubblica rimane la scelta preferita per gli esami diagnostici, con il 68% degli esami svolti attraverso il servizio sanitario pubblico. Tuttavia, quando si tratta di visite specialistiche, cresce l’uso della sanità privata: il 42% dei pazienti ha usufruito, almeno in parte, di strutture private.