Che bella Matera! Un’esclamazione diventata ormai quasi banale. Non è bella, di più. Ormai lo sa mezza Europa. Da quando è stata insignita come capitale europea della Cultura 2019, Matera è sulla bocca di tutti. Ma riuscirà davvero a meritare questo titolo? I dubbi sono tanti soprattutto se si pensa al dopo 2019. Proprio 19 anni fa la capitale europea della Cultura fu Bologna. Non si sa se quel titolo abbia ha contribuito, ma oggi Bologna è fervida di eventi culturali. Dopo 19 anni la spinta sembra che non si sia mai fermata. Pare che le amministrazioni e la cittadinanza mettano la cultura sempre al primo posto.

Ci si augura che succeda anche per la città dei Sassi nonostante non abbia quasi nulla (almeno per il momento) di quello che, invece, può offrire Bologna. Se si pensa semplicemente ai luoghi dove la cultura moderna dovrebbe formarsi: l’Università, le biblioteche, i teatri, le associazioni culturali. Matera offre poco. L’Università è davvero troppo piccola con troppi pochi mezzi e dipartimenti. Non ci sono così tante (se esistono) sale studio per i ragazzi come invece succede a Bologna. E soprattutto non ci sono 80mila studenti l’anno con differenti bagagli culturali in fermento.

Per non parlare dei teatri. Oltre la Cava del Sole ristrutturato da poco per ospitare grandi eventi estivi, a Matera l’unico vero teatro è quello naturale dei Sassi dove girano film su Gesù e organizzano presepi viventi a Natale.

E i giovani che dovrebbero essere il fulcro della cultura materana? Molti vanno via. Destinazione Nord, tra cui Bologna. A Matera restano soprattutto quelli che hanno avuto l’idea di aprire bed and breakfast, pizzerie e ristoranti per i turisti. Turisti mordi e fuggi. Turisti che una volta visitati i Sassi, mangiato il pane e fatta la passeggiata nel centro della città, vanno via.

Il critico d’arte emiliano Vittorio Sgarbi, seppur con il suo opinabile modo di fare, non ha tutti i torti quando dice che Matera adesso deve dimostrare di meritarsi il titolo di capitale europea della Cultura. Secondo Sgarbi, non lo può fare solo con eventi di cultura popolare. Bisognerebbe che la città dimostri di avere più cultura di Venezia e di Ravenna 

E se cultura di una città significa anche apertura sul mondo, la città dei Sassi non sta dimostrando ancora di essere sul pezzo. Mentre molti sindaci italiani, tra cui il sindaco di Bologna Virginio Merola, si sono schierati contro le politiche sull’immigrazione volute dal ministro Salvini, nessuna notizia arriva dal primo cittadino di Matera, nonostante un appello al sindaco materano da associazioni e movimenti politici di schierarsi contro il decreto.

Allora diamo ragione a Sgarbi se la cultura a Matera si sintetizzi in una «serie di cretinate che fanno passare per iniziative culturali importanti». Oppure ci nascondiamo nelle banalità del tipo «Matera è diventata il riscatto del Sud che esce finalmente dalle caverne» marcando ancora di più che il Sud ha bisogno di essere trainato.

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