Liceo artistico Arcangeli devastato, così l’occupazione non è più protesta: le foto

Le immagini che arrivano dal liceo artistico Arcangeli hanno profondamente turbato e amareggiato Gianluca, un soccorritore, un padre e un nostro lettore. Ci ha scritto una lettera.

«L’occupazione del liceo Artistico Arcangeli di Bologna doveva essere una protesta, un grido, una richiesta di ascolto. Ma si è trasformata in qualcosa di diverso. Distruzione. Rabbia senza direzione. Bagni devastati, banchi spezzati, distributori automatici rotti, perfino un sistema antincendio reso inutilizzabile. E poi il tetto. Quel maledetto! Ho immaginato la scena mille volte. Una scarpa che scivola, un piede nel vuoto, un secondo che separa la vita dalla morte. Quella scuola avrebbe potuto trasformarsi in una tomba.

Non si tratta di negare il diritto alla protesta. È giusto alzare la voce, chiedere ascolto, lottare per il futuro. Ma non a scapito della sicurezza, non a costo di una vita spezzata, non distruggendo ciò che appartiene a tutti.

Parlo da soccorritore, da padre, da ex studente. Parlo con il cuore e con la ragione. Ai ragazzi dico: trovate modi più intelligenti di combattere le vostre battaglie. Fate rumore, sì, ma un rumore che costruisca, che convinca, che porti cambiamento vero. Non vi servirà una scuola distrutta, vi servirà una scuola migliore, un luogo che possa darvi gli strumenti per cambiare davvero il mondo.

Alle istituzioni chiedo attenzione. Non è accettabile che estranei possano entrare in un liceo e devastarlo. Non possiamo permettere che la sicurezza sia un optional. Serve controllo, serve responsabilità.

Alla mia Bologna, a quella città che mi ha accolto e fatto sentire a casa, chiedo di non voltarsi dall’altra parte. È il momento di parlare, di educare, di proteggere. Perché la vita vale sempre più di qualsiasi protesta».

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