Ritrovati gli scheletri del primo branco italiano di dinosauri, la scoperta coordinata dall’Unibo 

La scoperta è stata riportata da un gruppo internazionale di ricerca coordinato da studiosi dell’Università di Bologna in un articolo pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. 

In perfetto stato di conservazione, sono stati ritrovati nel sito di Villaggio del Pescatore, comune di Duino-Aurisina, a pochi chilometri da Trieste almeno sette esemplari di scheletri di dinosauri Tethyshadros insularis, tra cui “Bruno”, il più grande e completo dinosauro mai rinvenuto in Italia. Hanno 80 milioni di anni, erano più grandi di quanto pensato finora e vivevano in un ecosistema unico sulle sponde di un antico oceano. La scoperta è stata riportata da un gruppo internazionale di ricerca coordinato da studiosi dell’Università di Bologna in un articolo pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. «Per la prima volta abbiamo in Italia un giacimento di dinosauri, in cui non solo troviamo i resti di questi animali, che sembrano appartenere a mondi lontani da noi, ma ne troviamo tanti, insieme agli animali che con loro condividevano quel mondo perduto”, dice Federico Fanti, professore al dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha coordinato lo studio. 

Nello stesso sito sono stati inoltre ritrovati pesci, coccodrilli, rettili marini e persino piccoli crostacei: tutti elementi che hanno permesso di ricostruire una vivida immagine di questo antico ecosistema senza eguali al mondo. «Questo sito eccezionale è un luogo dove dal terreno possiamo, e lo stiamo facendo, estrarre tanti scheletri di dinosauri, uno più spettacolare dell’altro; e questa è la prima volta in cui sappiamo esattamente dove continuare a scavarli continua Fanti. Nuovi dati geologici emersi dall’analisi del sito hanno portato a ridefinire l’età di questi dinosauri, che risalirebbero a 80 milioni di anni fa: 10 milioni di anni più antichi di quanto si era ipotizzato inizialmente. 

Dalla nuova datazione, che fa risalire i dinosauri ritrovati a 80 milioni di anni fa, si può infatti dedurre che a quell’epoca l’area del Villaggio del Pescatore non fosse un’isola, ma una terra che si affacciava sull’oceano della Tetide ed era connessa con l’Europa occidentale e con l’Asia: ampie zone emerse che rappresentavano vie migratorie per i grandi animali terrestri come i dinosauri. 

Lo studio è stato pubblicato sull rivista Scientific Reports con il titolo “An Italian dinosaur Lagerstätte reveals the tempo and mode of hadrosauriform body size evolution”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Federico Fanti e Marco Muscioni del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali. Hanno partecipato inoltre studiosi dell’Università di Vigo (Spagna), del Field Museum of Natural History di Chicago (Stati Uniti), dell’Università di Trieste, dell’Università di Toronto (Canada) e dell’Università di Alcalá (Spagna). 

I reperti rinvenuti al Villaggio del Pescatore possono essere oggi ammirati al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, concessi in deposito da parte del Ministero della Cultura. 

 

foto: Lo scheletro di “Bruno”.

Credits Davide Bonadonna

 

Credits: P. Ferrieri.jpg

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