Premio Oscar, un brano di Gianni Morandi in un film sudcoreano

Tra le nomination agli Oscar 2020 c’è anche un po’ di Bologna. La canzone “In ginocchio da te” del cantautore di Monghidoro Gianni Morandi è presente in una delle scene più movimentate della commedia thriller sudcoreana “Parasite”, che proprio ieri è stata nominata a 6 Premi Oscar. Il film di Bong Joon-ho ha suscitato un insolito entusiasmo per essere un’opera non statunitense, tanto che l‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences l’ha candidato come Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film Straniero, Miglior Scenografia e Miglior Montaggio. “Parasite”, già vincitore di un Golden Globe e della Palma d’Oro al Festival di Cannes 2019, fa un uso memorabile della canzone di Gianni Morandi, che nel suo piccolo ha contribuito a portare un po’ di “bolognesità” nel mondo. 
 
Ma come ci è finita “In ginocchio da te” in un film d’autore sudcoreano? Il regista Bong Joon-ho ha rivelato che l’idea gli è venuta dalla sua famiglia. «Mio padre aveva molti dischi italiani e mi erano familiari, anche se non conoscevo le singole canzoni», ha dichiarato alla rivista GQ Italia. «La canzone l’ho cercata su YouTube e Morandi, da giovane, la cantava in una commedia romantica. Ho scoperto soltanto successivamente il significato del titolo ed è una curiosa coincidenza che i protagonisti, in quella sequenza del film, siano proprio in ginocchio». Bong Joon-ho, durante il Festival di Cannes dell’anno scorso, ha anche espresso il desiderio di incontrare il cantautore bolognese. 
 
Parasite” deve il suo successo all’originale commistione di umorismo e suspence. Per quanto riguarda il lato più divertente del film è difficile non notare delle similitudini con i grandi classici della commedia all’italiana. La caratterizzazione della sgangherata famiglia Kim ricorda da vicino i personaggi de “I soliti ignoti” di Mario Monicelli. In una Seul nettamente divisa tra poveri e ricchi, la famiglia Kim cerca di sopravvivere come può. Il padre, la madre e i due figli hanno un sussidio statale e non sono neanche in grado di portare a termine dei semplici lavoretti. Il primogenito riesce, grazie ad un amico, a trovare un impiego come insegnante di inglese nella casa dei Park, una famiglia benestante. Anche gli altri parenti riusciranno via via a intrufolarsi nell’abitazione inventandosi i lavori più disparati e facendosi così beffe dei ricchi padroni. Ma una scoperta sconcertante che ha a che fare con l’architettura della villa rimescolerà le carte del gioco con esiti imprevedibili. 
 
Il film di Bong Joon-ho è, neanche troppo sottilmente, un’opera sulla lotta di classe. L’architettura è il punto di forza di “Parasite”: la regia ci mostra la vita dei poveri, che vivono in delle squallide abitazioni nel sottosuolo di Seul, in contrasto con le ampie vetrate e il lussuoso design delle ville dei ricchi. Inoltre, tutti i colpi di scena avvengono proprio dal basso verso l’alto, come nella scena in cui il patriarca dei Kim ascolta, nascosto sotto un divano, quello che i ricchi Park pensano davvero di lui. In “Parasite” c’è anche il tema della guerra tra poveri, esplicitata proprio dalla divertentissima sequenza in cui è presente la canzone di Gianni Morandi. 

La cerimonia degli Oscar si terrà il 10 febbraio al Dolby Theatre di Hollywood. “Parasite” è dato come favorito per il premio a Miglior Film Straniero, ma non sono da escludere ulteriori sorprese. Da Bologna, sia per il prestigio dell’opera che per l’onore riservato a uno dei nostri più celebrati cantautori, teniamo le dita incrociate. 

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