Da semplici canali di bonifica a ecosistemi di biodiversità, partito il progetto Life Green4Blue

Riqualificare i canali di bonifica presenti nella pianura bolognese e trasformarli da semplici strutture per il trasporto d’acqua in ecosistemi ricchi di biodiversità. È l’obiettivo di Life Green4Blue, il progetto appena entrato nel vivo finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea per ridurre il declino della biodiversità della pianura bolognese e sperimentare pratiche virtuose di gestione dei canali di bonifica. Aspetto fondamentale del progetto sarà anche il contenimento della popolazione di specie faunistiche invasive estranee ai nostri habitat, come la nutria (Myocastor coypus) ed il gambero rosso (Procambarus clarkii), che agiscono negativamente sugli ecosistemi e sulla sicurezza dei canali. 

Il progetto, di cui sono partner Consorzio della Bonifica Renana, Università di Bologna e Legambiente Emilia-Romagna APS, ha preso ufficialmente il via a dicembre 2019 e questi mesi hanno visto i responsabili dei tre enti avviare le prime azioni. Nonostante l’emergenza sanitaria per il SARS-CoV‑2, sono infatti state realizzate le prime azioni in campo, nel rispetto delle necessarie misure di sicurezza. Dopo la predisposizione dei transetti – piccole aree studio dei canali in cui analizzare lo stato dell’ambiente e valutarne l’evoluzione nel corso del progetto – sono infatti iniziate le attività di monitoraggio dei suoli e delle acque, e quelle di censimento floristico e faunistico: il campionamento dei suoli e l’analisi di laboratorio della qualità delle acque, la rilevazione delle specie vegetali presenti, attraverso una attenta catalogazione della flora e il censimento delle popolazioni del gambero rosso della Louisiana attraverso la cattura in nassa. «Purtroppo i primi esiti delle catture rivelano una presenza quasi univoca del gambero “alieno” rispetto a quello originario, anche se non sono mancate le sorprese positive, come il rinvenimento di un luccio, specie tipica di ecosistemi in buono stato e antagonista di altre specie alloctone molto pericolose come la rana toro americana», si legge nel comunicato di Legambiente Emilia-Romagna. 

Sul lato della gestione della vegetazione nei canali, sono stati poi realizzati alcuni primi momenti formativi destinati agli operatori escavatoristi del Consorzio della Bonifica Renana, momenti in cui si è messa in luce l’importanza di differenziare le attività di sfalcio della vegetazione, rispetto alla tecnica tradizionale, per poter salvaguardare porzioni di flora utile per la fauna e la depurazione delle acque, senza per questo ridurre la sicurezza idraulica. Tecniche che gli operatori hanno già iniziato a mettere in pratica a partire da questa primavera. 

I prossimi passi riguarderanno la realizzazione di aree umide ad alto valore ecosistemico, la selezione e messa a dimora di flora autoctona, la sperimentazione di un vaccino che agisce sulla capacità riproduttiva delle nutrie, e il coinvolgimento di enti e cittadini in progetti condivisi di controllo delle specie invasive e dei canali. 

Fonte: Legambiente Emilia-Romagna

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