Si è tenuta oggi l’annuale Assemblea dei Delegati delle 175 imprese cooperative aderenti a Legacoop Bologna in cui si è discusso del futuro post-covid.
Riorganizzazione del lavoro, nuove competenze, welfare, ambiente e digitale: sono le proposte di Legacoop Bologna per la ripartenza post-covid discusse questa mattina in streaming durante l’annuale Assemblea dei Delegati delle 175 imprese cooperative aderenti a Legacoop Bologna la quale ha voluto sottolineare la sua vicinanza alle imprese e confermare il suo impegno per una ripartenza rapida, equa e sostenibile. Durante l’assemblea dei delegati, sono intervenuti cooperatrici e cooperatori che operano nei settori più rappresentativi come, solo per citarne alcuni, Unipol, Granarolo, Coop Alleanza 3.0, Camst, Coop Reno, Cadiai, Cotabo, Piazza Grande e Teatro dell’Argine.
«Abbiamo deciso di organizzare la nostra prima assemblea on line, chiedendo alle cooperative di intervenire per condividere le proprie visioni per il futuro. Il quadro che emerge è caratterizzato dalla preoccupazione per l’impatto del Covid e dall’incertezza su tempi e modalità di ripresa, ma anche dalla consapevolezza che le cooperative sono capaci di un adattamento evolutivo e impegnate a costruire nuove strategie imprenditoriali, in linea con le direttrici dwl piano Next Generation EU», ha dichiarato Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna.
Da una recente analisi dall’Area Studi di Legacoop, con interviste realizzate da SWG su un campione di cooperative bolognesi è emerso che il 52% delle imprese ha riscontrato un calo della domanda rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori che hanno maggiormente risentito delle difficoltà generate dalla pandemia sono: cultura, turismo, servizi e sociale. Le principali difficoltà affrontate dalle cooperative, negli ultimi mesi sono per il 16% il calo di commesse e ordini, per il 14% la difficoltà a mantenere costante l’offerta di servizi, per l1% i problemi di liquidità a breve termine.
Quasi la metà delle cooperative ritiene che dovrà ancora ricorrere ad ammortizzatori sociali (in particole nei servizi, nella cooperazione culturale e nella cooperazione sociale). Comincia a delinearsi concretamente la possibilità di un calo dell’occupazione negli ambiti in cui già emergono segnali di forte trasformazione del mercato di riferimento. Un quadro di grande incertezza e di grande tensione, nel quale nonostante tutto, le cooperative stanno guardando oltre: solo il 7%, infatti, fa previsioni chiaramente negative, ma ben il 58% tratteggia uno scenario di cambiamento.
Tre le principali proposte avanzate dalle cooperative per uscire dalla crisi: per il 21% sono necessari investimenti pubblici in infrastrutture, digitale e green economy, stessa percentuale di chi ritiene necessari incentivi al consumo nei settori più colpiti, infine, per il 17% è necessaria la sospensione temporanea dei versamenti allo Stato.
«Il mondo del lavoro sarà molto diverso da quello che conoscevamo prima della pandemia. Dal confronto con le cooperative sono emerse le aree strategiche su cui indirizzeremo l’attività di Legacoop Bologna nei prossimi mesi: la riorganizzazione del lavoro, la rigenerazione delle competenze professionali, i nuovi modelli di welfare, la transizione ambientale, l’innovazione digitale e l’attenzione alle giovani generazioni, che saranno le più colpite in ambito occupazionale», ha concluso Ghedini.
«Bologna è stata riconosciuta come la città più vivibile d’Italia. Se leggiamo fra le righe della classifica, possiamo riconoscervi una città che quotidianamente mette alla prova la sua resilienza. In questo lo spirito e l’agire concreto e quotidiano del movimento cooperativo sono una parte fondamentale». ha dichiarato la vicesindaca di Bologna Valentina Orioli ospite dell’Asseblea dei Delegati.