In lotta per l’educazione, la storia di Laura Bassi

Il mondo può vantare un grandissimo numero di donne prodigiose, che, lottando contro la società maschilista, sono riuscite ad emergere per i loro straordinari talenti. Intere generazioni sono state ispirate dal coraggio e dalla determinazione di donne come Marie Curie, Virginia Woolf e Simone de Beauvoir

Donne poliedriche a Bologna

L’Università di Bologna, in particolare, ha prodotto menti geniali nel corso degli anni: tra i nomi dei molti studenti e studentesse illustri si ricorda soprattutto Bettisia Gozzadini (1209-1261), la prima donna titolare di un insegnamento universitario in Europa. Oltre a questa figura, di cui purtroppo si conosce molto poco, vale la pena soffermarsi su Laura Bassi Veratti (1711-1778), un vero genio poliedrico al femminile: nell’arco di tutta la sua vita, infatti, si occupò di logica, metafisica, filosofia, chimica, algebra, lingue antiche e moderne e molto altro.

La storia di Laura Bassi

Nonostante non potesse frequentare l’università, a causa della sua irreparabile condizione di donna, Laura Bassi, sin da piccola, venne sapientemente istruita dal suo insegnante Gaetano Tacconi, che la approcciò alle materie che al tempo erano solo “per uomini” – genere di studi in cui la giovane brillò subito.

Difatti, in data 12 maggio 1732, Laura Bassi mosse i suoi primi passi tra le mura dello Studium, ottenendo a soli 21 anni una laurea in Filosofia. Per la stessa materia le fu anche affidata la libera docenza; pochi mesi dopo venne aggregata al collegio di dottori di filosofia.

Con lo scopo di ottenere una seconda libera docenza, discusse una tesi di filosofia naturale grazie alla quale, il 29 ottobre dello stesso anno, le fu riconosciuta una cattedra onoraria e stipendiata. In questo caso però Laura Bassi, nonostante la sua mente sopraffina e il suo genio poliedrico, non riuscì a prevalere sulla società dell’epoca: causa sexus fu abilitata ad insegnare solo in situazioni particolari e sotto la supervisione dei suoi superiori.

La carriera all’interno dell’università di Bologna

All’età di 27 anni Laura si sposò con Giuseppe Veratti, medico bolognese che le promise che non avrebbe ostacolato in alcun modo i suoi studi. Dal loro matrimonio nacquero 8 figli, ma tre non sopravvissero al parto. Nonostante la maternità, però, la sua carriera continuò senza problemi: nel 1745 ebbe l’onore di essere nominata dal Papa in persona accademica benedettina. Per lei, il pontefice istituì persino un venticinquesimo posto che in origine non era previsto all’interno dell’istituzione.

Pochi anni dopo, Laura Bassi avviò, con l’aiuto del marito, un corso di fisica sperimentale che si teneva proprio nella loro casa, in un laboratorio appositamente allestito. Entrambi i coniugi erano seguaci delle teorie newtoniane, e con molteplici esperimenti cercarono di applicarle a diversi campi. Non passò molto tempo prima che il Senato bolognese riconoscesse l’utilità pubblica del lavoro dei coniugi Veratti. Per questo, decise di assegnare a Laura uno stipendio di ben 1000 lire, uno dei più alti di tutto l’ateneo.

Finalmente, dopo tutta la fatica e il prestigio acquisito con durissimo lavoro, Laura Bassi riuscì finalmente ad ottenere una cattedra di fisica sperimentale senza alcuna limitazione di sesso presso l’Istituto delle Scienze dell’Università.

Cosa resta oggi di Laura Bassi

Come ogni mente brillante, Laura Bassi ha lasciato il segno nella nostra città: le sono state dedicate un liceo delle scienze umane, una strada, una stanza al museo universitario, e nella biblioteca di Palazzo Poggi è possibile ammirare un suo ritratto, eseguito dal contemporaneo Carlo Vandi. Inoltre, il nome di questa donna straordinaria è stato dato anche a un asteroide: prova che solo con impegno, coraggio e dedizione si possono sconfiggere i pregiudizi di genere e ogni sorta di avversità, arrivando sino alle stelle.

di Federica Marullo

un articolo a cura di Giovani Reporter

 

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