Pubblichiamo la dichiarazione integrale del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno, e del presidente Associazione Stampa Emilia-Romagna, Paolo Maria Amadasi, riguardo la decisione della Corte d’Assise di Bologna di non autorizzare le riprese video al processo che vede imputato il medico Giampaolo Amato.
«La decisione del presidente della Corte d’Assise di Bologna di non autorizzare le riprese video al processo che vede imputato il medico Giampaolo Amato, accusato di aver ucciso la moglie e la suocera, non è accettabile, soprattutto per le motivazioni. Secondo il presidente della Corte non ricorrerebbe un particolare interesse di rilevanza sociale. Nelle democrazie sono i giornalisti a stabilire l’interesse pubblico e la rilevanza sociale di una notizia, a garanzia della corretta informazione all’opinione pubblica. Una prerogativa che i giornalisti si impegnano ad esercitare nel rispetto della deontologia professionale e dei diritti delle persone coinvolte.
Il caso del medico Giampaolo Amato è stato al centro delle cronache, ha fatto discutere la città ed è innegabile che un processo su un presunto duplice femminicidio sia di interesse pubblico. Ci rammarichiamo della decisione del presidente della Corte d’Assise di Bologna, un atto ulteriore di limitazione all’attività della stampa e all’informazione ai cittadini.
Nell’auspicare un ripensamento, ricordiamo che altri tribunali dell’Emilia-Romagna hanno autorizzato le riprese per processi simili e che tutta l’attività della stampa ,si è svolta nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte».
Silvestro Ramunno, presidente Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna
Paolo Maria Amadasi, presidente Associazione Stampa Emilia-Romagna