L’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) «non controlla, non vede, non denuncia». Sono le parole con cui il consigliere leghista della Regione Emilia-Romagna, Daniele Marchetti, ha accusato ieri l’Ausl e la polizia municipale di Imola per gli scarsi controlli fatti nei tanti negozi etnici, spesso venditori di cibi scaduti, presenti nella città.
«Sono anni che denunciamo queste irregolarità e, guarda caso, ogni volta che avviene un controllo spuntano le anomalie come prodotti scaduti, carne priva della documentazione richiesta, alimenti di origine dubbia. I vertici della polizia municipale e Ausl alzino il livello e la frequenza dei controlli», ha dichiarato Marchetti. Il leghista ha poi rivolto un cenno di acclamazione al lavoro degli uomini della questura, la cui operazione ha portato a denunciare una donna nigeriana di 44 anni e una camerunense di 48, entrambe proprietarie di negozi etnici “irregolari” in via Selice. Marchetti, non sorpreso dai fatti, ha continuato dicendo che «l’irruzione effettuata in alcune attività commerciali di via Selice ha nuovamente riscontrato gravi irregolarità riguardo i prodotti venduti».
Secondo il consigliere, il problema non viene risolto nonostante l’alto numero di segnalazioni che arrivano dai residenti imolesi riguardo i “traffici discutibili” che avvengono negli stessi negozi. L’unico modo per fronteggiare e risolvere la questione, secondo Marchetti, è aumentare le ispezioni degli agenti e dell’Ausl nei negozi etnici.