Nel contesto della controversa Bologna Città, il capogruppo di Fratelli d’Italia (Fdi), Stefano Cavedagna, ha dichiarato in Consiglio comunale che alcune sanzioni possono essere contestate, specialmente in attesa di una direttiva ministeriale che fornisca ulteriore chiarezza sulla questione. Fdi si impegna a sostenere coloro che ritiene sanzionati ingiustamente per superare il limite dei 30 km/h ma entro i 50, coprendo eventuali spese legali e contributi unificati.
Le varie critiche politiche su Bologna Città 30
IIl meloniano Fabio Brinati sottolinea l’impossibilità di rispettare i 30 km/h senza guardare il tachimetro. Nel frattempo, Samuela Quercioli di “Bologna ci piace” critica la definizione del progetto di viabilità sostenibile da parte del ministero come “violenta” e afferma che la gestione del progetto da parte del sindaco è percepita come ingiustamente vessatoria e inadeguata.
Francesca Scarano (Misto) definisce il provvedimento “bizzarro e catastrofico”, prevedendo un possibile “boomerang” per il sindaco. Il consigliere Nicola Stanzani di Fi sottolinea la concordanza iniziale su Zone 30, ma critica la decisione della Giunta di politicizzare la questione.
Davide Celli dei Verdi, protagonista di uno strappo con Lepore, si allinea a metà strada tra critiche e supporto alla Città 30, esortando a considerare la migliore implementazione del provvedimento senza polarizzazioni ideologiche.
Infine, la Lega chiede le dimissioni del presidente del Codacons, Carlo Rienzi, accusandolo di fare propaganda politica invece di tutelare i consumatori. La richiesta si basa sulla volontà di Rienzi di denunciare il ministro Matteo Salvini per la Città 30, definendola “follia ideologica”.
Questa controversia evidenzia la necessità di una valutazione ponderata e graduale delle implementazioni per garantire una transizione efficace e accettabile per i cittadini.