Legge Zan affossata, la Bologna Pride è già scesa in piazza: «Non ci fermiamo»

A poche ore dalla bocciatura della legge Zan ieri sera si sono ritrovate in piazza Maggiore (in un corteo partito da via del Pratello) a Bologna centinaia di persone in assemblea pubblica.

L’affossamento della legge Zan «è stato espressione dell’omolesbobitransfobia diffusa in questo Paese. Non solo, dimostra ancora una volta quanto la violenza istituzionale sia intrinseca al nostro sistema e ai suoi “rappresentanti”». Comincia così una nota diffusa dall’organizzazione del Pride di Bologna in seguito a una mobilitazione avvenuta ieri al grido “Molto più di Zan”, la legge bocciata in Senato «anche perché è diventata terreno di battaglia per le rese dei conti tra partiti». 

«Non vogliamo essere uccisi o aggrediti per la nostra identità di genere, per il nostro orientamento sessuale, per la nostra disabilità o a causa di odio misogino», continua la nota del Pride. La percezione è che con l’affossamento della legge contro omolesbobitransfobia sia un segnale di come in Italia si possa offendere o aggredire omosessuali o chi non si riconosce in una identità sessuale. A poche ore dalla bocciatura della legge Zan ieri sera si sono ritrovate in piazza Maggiore (in un corteo partito da via del Pratello) a Bologna centinaia di persone in assemblea pubblica per organizzare  «la lotta contro la violenza strutturale omolesbobitransfobica, abilista e misogina e per esprimere il bisogno della nostra comunità di spazi di organizzazione, per i nostri servizi e per la nostra socialità. Spazi che nella città di Bologna ci sono stati tolti violentemente o si sono ridotti drasticamente negli ultimi anni», dicono dal Pride Bologna. 

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