Dopo la denuncia del movimento ambientalista Extinction Rebellion che ha raccontato di un presunto abuso avvenuto in Questura ai danni di un’attivista in seguito a una manifestazione contro il G7 Scienza e Tecnologia a Bologna, arriva un’altra denuncia per un «inaccettabile comportamento della Questura», questa volta ai danni di un delegato sindacale USB (Unione Sindacale di Base) la sera del G7.
Cosa è successo secondo l’USB
Dopo la cena dei ministri del G7, quattro lavoratori impegnati nello smontaggio dell’allestimento logistico dell’evento sono stati fermati per un controllo a pochi passi dal cantiere. Le operazioni hanno coinvolto la Guardia di Finanza, la polizia di stato e agenti della Digos, risultando in una perquisizione del mezzo e nell’identificazione e perquisizione dei lavoratori.
Due di essi sarebbero stati rilasciati subito, mentre gli altri due sarebbero stati portati in Questura per ulteriori accertamenti. Uno dei fermati, un giovane lavoratore di appena vent’anni, sarebbe stato trattenuto con motivazioni, ritenute pretestuose dal sindacato di Base, legate alla sua partecipazione a iniziative sindacali come i presidi antisfratto. «In questa sede gli viene prontamente impedito di avvisare una persona di fiducia della sua situazione e sequestrato il telefono, allo stesso modo gli viene negato di contattare un avvocato. Una volta in Questura viene sottoposto a ulteriore perquisizione corporale, senza fornire alcuna motivazione viene tenuto ore in attesa di ulteriori accertamenti non meglio specificati. La sua permanenza in Questura diviene occasione per scattargli foto segnaletiche e per raccogliere le impronte digitali e “repertare” i suoi tatuaggi», racconta oggi l’USB in un comunicato stampa.
Dopo diverse ore, approfittando della sua presenza in Questura, al delegato sindacale gli sarebbe stato notificato un avviso di inizio indagine riferito a una mobilitazione sindacale di diversi mesi fa. Solo a questo punto gli sarebbe stato concesso di avvisare almeno la famiglia del fatto che non sarebbe rientrato a casa. Passeranno altre ore senza nulla sapere del perché venga trattenuto. Sarebbe stato rilasciato non prima di dover firmare un verbale nel quale dichiarava di aver rinunciato di sua volontà a contattare un legale o una persona di fiducia che lo assistesse.
«È spaventoso e inaccettabile che un giovanissimo lavoratore, con un contratto ultra precario, venga preso di mira, intimidito e privato della libertà per ore, solo ed esclusivamente per le sue convinzioni politiche e il suo attivismo sindacale, che gli venga impedito di svolgere il suo turno di lavoro in maniera regolare esponendolo volutamente a ripercussioni da parte del datore di lavoro e criminalizzandolo ingiustificatamente», denuncia l’USB.