Le avrebbero chiesto di spogliarsi e di piegarsi sulle gambe, in un bagno fetido e dall’odore nauseabondo, con il pavimento ricoperto di sporcizia sotto gli occhi di un agente della polizia. È quanto racconta e denuncia un’attivista del movimento ambientalista Extinction Rebellion (XR Bologna) dopo la manifestazione di protesta di martedì scorso in piazza Maggiore contro il G7 tenutosi ieri a Bologna e dedicato alla Scienza e Tecnologia. Una ventina di manifestanti sono stati fermati, portati in Questura e alcuni di loro perquisiti. Tra queste anche l’attivista che ha denunciato un trattamento «degradante» durante la perquisizione.
Secondo il racconto della ragazza, sarebbe stata costretta a spogliarsi e a piegarsi in un bagno sporco e maleodorante, sotto gli occhi di un agente di polizia. Nonostante le sue richieste di spiegazione, le avrebbero detto che si trattava di una procedura normale per le persone in stato di fermo, anche se nessun altro tra i venti fermati ha subito lo stesso trattamento.
«Perquisizione degradante» e procedure contestate
«I nostri avvocati ci hanno confermato che perquisire una persona in questo modo non è una prassi standard. È una procedura discrezionale, basata su valutazioni specifiche. Quello che è accaduto ieri è un trattamento degradante e ingiustificato», ha commentato una rappresentante legale di Extinction Rebellion.
Discrepanze nei verbali
La donna coinvolta ha, inoltre, dichiarato che il verbale redatto dopo l’evento contiene falsità. «Vi è scritto che mi sarebbe stato chiesto se volessi essere assistita da un avvocato o da una persona di fiducia durante la perquisizione e che io avrei risposto no. Questo è falso. Quella domanda non mi è mai stata rivolta», ha dichiarato.
La manifestazione
L’episodio si inserisce in un contesto di proteste pacifiche e nonviolente organizzate martedì scorso a Palazzo d’Accursio per evidenziare l’ipocrisia dei governi nella gestione della crisi ecoclimatica. Una decina di attivisti sono saliti sulla terrazza della Torre dell’Orologio, esponendo uno striscione con la scritta “G7: La vostra tecnologia, il nostro collasso”. Gli agenti della DIGOS sarebbero intervenuti, secondo gli ambientalisti, minacciando arresti e utilizzando metodi coercitivi, come spintoni e tentativi di cancellare i video documentativi.
Ancora secondo gli attivisti, una ventina di ragazzi e ragazze sarebbero stati trattenuti in Questura per oltre sette ore senza ricevere cibo e acqua. Sarebbero stati rilasciati intorno all’una di notte con accuse come “delitto tentato” e “violenza privata”.
Il commento politico di Europa Verde
«Apprendiamo di presunti abusi ai danni di una giovane portata in Questura insieme ad altri 20 manifestanti. Chiediamo che sia fatta piena luce su quanto denunciato da XR Bologna, che parla di trattamento “degradante e ingiustificato” durante la perquisizione della ragazza da parte degli agenti. Una eventuale violazione dei diritti della persona della giovane fermata sarebbe incompatibile per una città come Bologna per tradizione legata alla tutela dei diritti civili, della persona e per la promozione del confronto democratico», hanno dichiarato, Silvia Zamboni, Consigliera Europa Verde Regione Emilia-Romagna e Danny Labriola. Co-portavoce Europa Verde-Verdi Bologna.