Tracce del passato in provincia di Bologna nei pressi del Casone del partigiano: gli archeologi raccontano i segreti del singolare scavo attualmente in corso di un sito romano presentato giovedì scorso nella sala del consiglio comunale di San Pietro in Casale. A presentare lo scavo anche la soprintendente Valentina Di Stefano, che afferma: «Si tratta di un antico impianto produttivo rustico romano dove probabilmente veniva lavorato il grano».
«Il ritrovamento di reperti ancora intatti all’interno del sito è stato possibile grazie alle tegole dell’antico tetto che, crollando, hanno ricoperto interamente l’area proteggendo così ciò che stava sotto», ha raccontato Marika Delli Pizzi, archeologa per Tecne SRL che ha lavorato agli scavi. Sono state ritrovate 660 tegole e 160 coppi in cui è ancora presente il marchio di fabbrica. «Il bollo laterizio delle tegole è un elemento molto importante per noi archeologi perché ci permette di datare la costruzione dell’edificio, risalente al periodo imperiale di Tiberio», spiega ancora l’archeologa.
Un’impronta di un cane sulle tegole antiche
Curiosa è l’impronta di un cane vissuto nel I sec. d.C. su alcune delle tegole che testimonia il suo passaggio nel momento dell’asciugatura, ora impresso per sempre nella terracotta. «Sotto alle tegole è stata ritrovata una moneta che ci permette di datare il crollo, avvenuto intorno al III sec. d.C. che segna la fine del periodo di attività dell’impianto produttivo durato circa due secoli», conclude Delli Pizzi.


Non è ancora stata programmata l’apertura dello scavo alla cittadinanza ma il Comune di San Pietro in Casale sta già progettando un’esposizione permanente dei reperti rinvenuti (due macine per il grano e alcuni dolia, i contenitori per alimenti in uso in epoca romana) e laboratori per scuole, bambini e famiglie. Questo sarà possibile grazie ad un finanziamento sancito dal ministero della Cultura. Sembra proprio che il passato di San Pietro in Casale ora sia un po’ più vicino a noi.