Migranti, riapre l’hub di via Mattei? Ancora molti i dubbi

Per la riapertura del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) di via Mattei a Bologna, il sindacato Usb (Unione sindacato di base) scende in piazza Roosevelt oggi alle 17,00 per chiedere chiarimenti sulle modalità e le tempistiche della riapertura del centro, di cui ancora non c’è nulla di ufficiale. Ci sarebbe solo un richiesta di un Tavolo metropolitano per la salvaguardia e la regia sul sistema accoglienza. Proposta accolta dall’assessore al Welfare Giuliano Barigazzi, che in sede di Question Time lunedì scorso ha annunciato che la data per l’incontro è già stata decisa. Il centro Mattei, chiuso dal prefetto di Bologna Patrizia Impresa, prima della scorsa estate, dovrebbe riaprire ma in forma ridotta e con un numero massimo di 200 persone. «Una capacità ricettiva ben lontana dai numeri del precedente Hub regionale, ma capace di perseguire l’obiettivo di ridurre il numero delle persone che rischierebbero di entrare nei circuiti della grave emarginazione adulta e dei senza dimora», ha dichiarato Barigazzi. 

L’Usb, attraverso questo presidio vuole chiedere all’amministrazione in che modo sarà gestito il lavoro: nuovi operatori o gli stessi di prima? Questi ultimi, con la chiusura del Centro, erano stati ricollocati tra situazioni di demansionamento, riduzione del monte ore o licenziamenti in contrasto alle procedure di legge. Un’altra perplessità sorge nel chiedersi dove andranno i lavoratori dei CAS che ospitano i migranti che nelle prossime settimane verranno trasferiti al Mattei. Ci si chiede con quale criterio verrà imposto il loro trasferimento e quale impatto avrà sul territorio e sulla comunità questa riorganizzazione. 

Il 30 ottobre si era conclusa la procedura relativa all’affidamento dei servizi di accoglienza del centro di via Mattei con l’aggiudicazione al consorzio di cooperative L’Arcolaio, per il periodo dall’1 novembre 2019 al 31 ottobre 2020. Le preoccupazioni che agitano i lavoratori riguardano anche il modo in cui sono state condotte le negoziazioni per affidamento tra la Prefettura e le cooperative che gestiscono i Cas. Ci sarà un taglio alla qualità dei servizi e al costo del lavoro? In quali condizioni si troveranno a vivere i migranti e a lavorare gli operatori? Il presidio di domani sarà quindi un’occasione per chiedere quei chiarimenti che ancora non sono stati dati e che gli operatori e i migranti avrebbero il diritto di ricevere. 

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