«Vogliono tapparci la bocca»: è la risposta scritta su Facebook del gruppo noto come “Padroni di Merda” alle dichiarazioni dell’assessore alla Sicurezza urbana integrata Alberto Aitini che, rispondendo alle domande del consigliere leghista Umberto Bosco venerdì scorso durante il Question time, ha dichiarato che al prossimo comitato per l’ordine e la sicurezza solleciterà le forze dell’ordine a tenere a bada le manifestazioni.
Le “maschere bianche”, chiamati così perché coprono il viso durante le loro azioni proprio con delle maschere bianche per rimanere anonimi, si definiscono “un gruppo di lavoratori precari, giovani e non, che hanno deciso di unirsi e farla pagare ai Padroni di casa e di lavoro scorretti”. In un recente post sulla loro pagina Facebook hanno attaccato i «politicanti bolognesi» sostenendo che dovrebbero occuparsi di questioni più importanti e urgenti come l’emergenza disoccupazione o lo sfruttamento sul posto di lavoro piuttosto che di «un gruppo di lavoratori stufi di stare a guardare». Il collettivo si riferisce alle dichiarazioni del consigliere comunale della Lega Umberto Bosco che li ha definiti “un gruppo di giustizieri mascherati” e dell’assessore Aitini, il quale ha affermato che al prossimo comitato per l’ordine e la sicurezza provinciale solleciterà le forze dell’ordine a proseguire nel lavoro di individuazione dei responsabili degli episodi “gravi e preoccupanti” avvenuti negli ultimi mesi. Con megafono e maschera sul viso, si ritrovano davanti alle attività dei “padroni” per “sputtanarli” davanti a tutti in modo persistente tanto che a volte sono state chiamate le forze dell’ordine.
Il gruppo ha poi denunciato il fatto che Facebook ha di recente temporaneamente bloccato il loro profilo principale e che sono a rischio chiusura perché hanno mostrato in video i volti delle persone bersaglio delle loro azioni. Nonostante ciò sostengono che la “censura politically correct” non fermerà le loro proteste e minacciano di raddoppiare gli sforzi per danneggiare gli affari di coloro che definiscono “Padroni di Merda”.