Chiuso reparto di terapia intensiva del Sant’Orsola in piena emergenza, lo denuncia il NurSind

Lo denunciano gli infermieri di NurSind Bologna, che non avrebbero ricevuto alcun preavviso della chiusura, tra l’altro in piena pandemia.

Un reparto di terapia intensiva del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna ha chiuso in piena emergenza sanitaria. Si tratta dell’U.T.I.C., l’Unità operativa di Terapia Intensiva Coronarica e a denunciarlo è oggi NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. Il personale avrebbe ricevuto l’avviso della chiusura del reparto solo un giorno prima, cioè ieri, senza alcun confronto sindacale sulla faccenda. «È inaccettabile chiudere un reparto di terapia intensiva quando le aziende sono a corto di posti letto e di infermieri con competenze così avanzate, che invece vengono depauperate se spostati in altri reparti», sostiene Antonella Rodigliano, segretaria territoriale di NurSind Bologna. Gli infermieri dell’U.T.I.C. verranno infatti trasferiti nel reparto di medicina, senza alcun preavviso o attività preparatoria, «e tutto ciò succede in una struttura ospedaliera di eccellenza, in un reparto che è ai vertici per efficienza sia a livello nazionale, sia europeo che oltre» – prosegue Rodigliano 

Ciò che preoccupa il sindacato è anche il fatto che una terapia intensiva venga chiusa in un momento delicatissimo per il sistema sanitario nazionale. «Questo reparto, nella prima ondata emergenziale della pandemia, ha dato tutto il suo contributo convertendosi in terapia intensiva Covid», continua ancora la rappresentante sindacale, e ovviamente sarebbe potuto risultare utile anche in questa fase, ma è stato chiuso senza una motivazione apparente e comunque senza alcun tipo di informazione preventiva al personale medico.

«Siamo consapevoli che in una fase emergenziale non si possano utilizzare le stesse procedure che si utilizzano per la normalità, ma quando si tolgono servizi o si chiudono reparti occorre la condivisione delle scelte» si legge nella denuncia di NurSind, che lancia un appello all’azienda ospedaliera chiedendo la convocazione dei rappresentanti del sindacato per ricevere chiarimenti.  E poi c’è il problema dei pazienti che dovranno essere trasferiti, tutti affetti da patologie cardiologiche, che necessitano di cure e di un monitoraggio continuo ed intensivo.  

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