Alla scoperta dei tesori nascosti nell’Erbario dell’Università di Bologna 

Due fine settimana al mese per scoprire le collezioni uniche e dal grandissimo valore storico e scientifico custodite presso l’Orto Botanico ed Erbario di Ateneo 

Arriva un’esclusiva opportunità per visitare l’Erbario dell’Università di Bologna, solitamente chiuso al pubblico. Da oggi 11 febbraio (per ogni secondo e quarto fine settimana del mese, fino a maggio) sarà possibile visitare, all’Orto Botanico ed Erbario (Via Irnerio, 42 – Bologna), collezioni uniche e dal grandissimo valore storico e scientifico, tra cui il maestoso erbario cinquecentesco di Ulisse Aldrovandi, importante naturalista bolognese e fondatore del primo Orto Botanico di Bologna (1568). 

L’Erbario dell’Università di Bologna raccoglie circa 130.000 campioni, ma la sua importanza risiede principalmente nelle collezioni storiche che conserva; basti pensare che, dei quindici erbari realizzati nel Cinquecento e sopravvissuti fino ai nostri giorni, tre sono conservati a Bologna. Tra questi spicca, per dimensioni e importanza, l’Erbario di Ulisse Aldrovandi (1522-1605). 

Realizzato tra il 1551 e il 1586, si tratta del più grande erbario del sedicesimo secolo, contenente più di 5.000 piante. L’Erbario di Aldrovandi si differenzia nettamente dalle raccolte coeve non solo per le dimensioni, ma soprattutto perché, contrariamente a quanto in uso tra gli studiosi suoi contemporanei, il suo creatore annotò per ogni pianta la località di raccolta, non raramente con una precisione simile a quella odierna. 

Anche l’esplorazione floristica del territorio condotta dallo scienziato bolognese ebbe connotazioni moderne, soprattutto per lo sforzo di documentare in maniera il più possibile completa la componente vegetale di una data area: il 91% delle piante proviene dal territorio italiano, e circa il 40% dai dintorni di Bologna. Si tratta, allo stato attuale delle conoscenze, di un caso unico a livello mondiale, che ci consente di indagare le variazioni floristiche intervenute in un’area a clima temperato nel corso di 500 anni, almeno il doppio dell’intervallo temporale normalmente preso in considerazione. 

Si andrà quindi alla scoperta degli erbari seicenteschi e settecenteschi fino ad arrivare all’imponente collezione ottocentesca di Antonio Bertoloni, il più influente botanico italiano del suo tempo.  

Gli appuntamenti di febbraio (11, 12, 25 e 26) programmati per le ore 10,30 sono prenotabili sul sito del Sistema Museale di Ateneo. 

 

fonte: Unibo

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