Ucraina, ex studentessa Unibo sta cercando disperatamente di tornare in Italia: la sua coinquilina lancia un appello

«Se qualcuno conoscesse per qualche ragione un modo per arrivare al confine con la Polonia per favore mi contatti», chiede la sua ex coinquilina Wafa Khainouch.

«Ciao ragazzi. Una mia amica ucraina vorrebbe disperatamente tornare qui in Italia portando con sé la sua nipotina, non è riuscita a prendere il treno in tempo per arrivare al confine e ora è bloccata lì. Se qualcuno conoscesse per qualche ragione un modo per arrivare al confine con la Polonia per favore mi contatti». Così Wafa Khainouch, studentessa di scienze Politiche, Sociali ed Internazionali dell’Università di Bologna ha lanciato un accorato appello via social per aiutare Linda, sua amica ed ex coinquilina, con cui è in contatto quotidianamente da quando è scoppiata la guerra.  

Linda ha 26 anni, è nata e cresciuta in Ucraina, più precisamente nella città di Vinnytsia, non lontana dalla capitale Kyiv. Dopo la laurea triennale in scienze Politiche, grazie all’ottenimento di una borsa di studio decide di trasferirsi in Italia per frequentare la magistrale in Relazioni Internazionali all’Alma mater di Bologna. Qui conosce Wafa, con la quale condivide una camera nella Residenza universitaria ER.GO “Fioravanti”, nel quartiere Bolognina. Come molti studenti fuorisede, Linda divide il suo tempo tra studio e lavoro, dando ripetizioni di italiano a persone straniere. Si laurea a luglio dello scorso anno e, nonostante avesse rinnovato il permesso di soggiorno nella speranza di trovare lavoro in Italia, torna in Ucraina ad ottobre dopo aver ricevuto un’offerta di lavoro come tirocinante presso una delle sedi Onu a Kyiv.  

Una vita tranquilla e normale quella di Linda, completamente stravolta dall’invasione russa di una settimana fa, quando insieme alla sua famiglia viene costretta a rifugiarsi nella cantina della loro casa per proteggersi dai bombardamenti. Due giorni fa decidono di spostarsi a Leopoli, città più vicina al confine polacco e da lì prendere un treno per provare ad arrivare alla frontiera.  

«In tutto questo Linda è sola con la sorella e la nipote piccola, spiega Wafa, perché il padre non può lasciare il Paese, come tutti gli uomini è chiamato a combattere al fronte e la madre si rifiuta di abbandonarlo. Alla bambina è salita anche la febbre mentre aspettavano di salire su quel treno che alla fine non sono nemmeno riuscite a prendere».  

A quel punto Linda si è rivolta alla sua amica, che si è subito attivata scrivendo un messaggio prima nel gruppo WhatsApp del suo corso universitario e poi condividendo la richiesta di aiuto nelle stories di Instagram, confidando nel passaparola social.  

«Non so come altro aiutarla, inoltre riesco a scambiarci solo pochi messaggi al giorno quindi non ho informazioni molto precise. Non ho sue notizie da ieri a pranzo, so che stava cercando Flixbus e Blablacar ma anche le strade non sono sicure se non pericolose e come se non bastasse si sta ammalando a forza di stare al freddo. Posso solo sperare che questo appello venga condiviso da più persone possibili e che qualcuno riesca a dare loro un passaggio almeno fino al confine con la Polonia, anche se mi rendo conto che la situazione è disperata», conclude Wafa. 

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