«Si chiama Samir e non voglio problemi». Gli inquilini che occupano casa sua in affitto a studenti e lavoratori devono essere solo di cultura europea e facoltosi. Non ha di certo una mentalità aperta quel padrone di casa bolognese che ha reso un inferno questi ultimi mesi la vita di Lucia (nome di fantasia per tutelare la fonte), una studentessa universitaria di 19 anni che voleva cambiare casa per trasferirsi in centro. Ha avuto l’ok dal suo proprietario se, però, fosse stata lei stessa a trovare un altro inquilino. Ed è qui che è cominciata l’odissea.
Lucia si è trovata costretta a scrivere un annuncio di affitto sui social inserendo la dicitura “di cultura europea” perché il proprietario dell’appartamento non vuole stranieri in casa sua. Non possono nemmeno avere nomi che rimandino ad altre culture come, ad esempio “Samir”. E in più devono avere un buon conto in banca o devono avere alle spalle una famiglia facoltosa.
All’annuncio di Lucia hanno risposto più di 50 persone e tra questi il più adatto sembrava proprio Samir, un ragazzo con un nome arabo ma con genitori italiani. La mamma, che avrebbe fatto da garante, ha un buon reddito. Ma al proprietario Samir non gli andava giù. Ha un nome che non è di cultura europea. «Abbiamo visto un sacco di persone e il proprietario ce le ha bocciate tutte perché di origine straniera. La cosa mi ha fatta star male molte volte. Ero stanca di dover mentire alla gente e di far perdere loro del tempo a visitare una casa che non avrebbero mai avuto», ha detto sconfortata Lucia. Da qui l’idea di scrivere nell’annuncio le esigenze del proprietario: cercasi inquilino “economicamente stabile, referenziato e di cultura europea”. «Avendolo pubblicato io è sembrato che io sia la razzista ma non è così!», ha incalzato la 19enne. Accortasi di sembrare contro gli stranieri, la studentessa ha eliminato il post su un gruppo Facebook di annunci di case e posti letto in affitto a Bologna. Lucia si è sentita costretta a scrivere “solo di cultura europea” non perché costretta dal proprietario ma solo per non far perdere tempo alle decine e decine di persone che non avrebbero mai avuto quel posto letto per il comportamento razzista del proprietario.
Con gli occhi lucidi e con una voce del pianto per la rabbia la studentessa ha voluto specificare che lei è tutt’altro che razzista. «Sono pro LGBT, sono contro le politiche razziste di Salvini, sono cresciuta in una famiglia che ospitava persone in difficoltà e che dava da lavorare agli emarginati. Sentirmi dare della fascista e razzista per l’annuncio che ho dovuto mettere è l’offesa più grande che potessi ricevere in tutta la mia vita», ha detto la 19enne. Ad offendere i sentimenti di Lucia sono state anche e soprattutto le frasi del suo proprietario :«Non voglio né Samir né Alibabà. Stranieri no, ti lasciano la casa uno schifo e poi non la prende più nessuno».
La studentessa adesso ringrazia il cielo per essere riuscita a trovare un suo sostituto italiano e con reddito alto proprio come voleva il proprietario e finalmente è riuscita ad andare via da quella casa della periferia di Bologna.