L’Emilia-Romagna Teatro Fondazione (ERT) è pubblicamente riconosciuta come il primo Teatro Nazionale italiano, ma il governo a metà anno in corso gli taglia i fondi di 91mila euro rispetto al 2018 nell’ambito delle assegnazioni del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo). Nonostante l’incremento del punteggio attribuito ad ERT (dal 2015 la Fondazione è passata a 95,85 punti del 2019) e che incorona la Fondazione come primo Teatro italiano, ERT riceverà un contributo di € 1.858.212 euro, quasi 100mila euro in meno rispetto all’anno scorso. «È inaccettabile che in un Paese civile l’entità del pubblico finanziamento a un Teatro Nazionale sia come sempre comunicata ai soggetti destinatari a metà dell’anno di gestione in corso. Si tratta di una mancanza di considerazione che rivela la totale incomprensione del ruolo cruciale che la cultura può e deve rivestire nella vita di una nazione e di un popolo», hanno dichiarato il presidente e il direttore di ERT Giuliano Barbolini e Claudio Longhi.
La soddisfazione di essere il primo Teatro italiano ha quel gusto dolce ma amaro sul palato per i gestori dell’ERT. «Posto che il criterio su cui si regge l’attuale sistema di distribuzione del FUS dovrebbe essere di carattere meritocratico , difficile riuscire a giustificare il taglio patito da una struttura di cui si riconosce l’eccellenza quali-quantitativa mentre altri soggetti con punteggi inferiori vedono aumentare il proprio finanziamento», hanno commentato il direttore e il presidente della Fondazione.
In merito al taglio al Fus 2019, per l’assessore comunale alla Cultura di Bologna, Matteo Lepore, «è inaccettabile e incomprensibile». Il Comune si impegna a sostenere ERT e l’assessore attacca il governo responsabile del taglio delle sovvenzioni accusandolo di non ritenere«strategico il settore teatrale penalizzando uno dei motori culturali del nostro Paese».